Campodarsego. Chiede aiuto per il papà morto d'infarto. Bimba di 4 anni veglia la salma per ore

CAMPODARSEGO. Il papà muore in casa, la figlioletta di 4 anni e mezzo lo veglia per oltre due ore. La tragedia si è consumata giovedì pomeriggio in un appartamento di via Ceron a Sant’Andrea.
Gianluca Mazzari, 44 anni, era solo in casa con la bambina, messo in ferie dalla serigrafia in cui lavorava per i noti motivi sanitari. Lisa Stefani, la compagna di una vita, va invece regolarmente al lavoro. Nessuno ha dunque potuto aiutare Mazzari quando è stato colto da malore sul divano dove si era messo a riposare con la figlia.
A stroncarlo un infarto. La piccola si è resa conto di quello che stava accadendo, probabilmente in un primo momento ha pensato che il papà continuasse a dormire. Poi ha cominciato a chiamarlo, a scuoterlo. Gli ha perfino aperto gli occhi, forse pensando a una scherzosa finzione.
Ma era tutto tragicamente vero. Così ha fatto l’unica cosa che poteva per la sua età. Ha aperto la porta dell’appartamento al primo piano ed è scesa in pigiama in quartiere chiamando la mamma, chiedendo aiuto. Ma nessuno l’avrebbe vista o sentita ed è tornata accanto al suo papà.
Verso le 16 squilla il cellulare di Mazzari: è la mamma di Lisa. Vuole accertarsi che vada tutto bene. Ma risponde la bambina: «Nonna vieni subito che papà è morto».
È a questo punto che scatta l’allarme e si mette in moto la macchina dei soccorsi. In via Ceron sono accorse due ambulanze e l’elisoccorso. I sanitari hanno tentato l’impossibile per più di mezz’ora, ma per Gianluca Mazzari non c’era più nulla da fare. Il referto parla di arresto cardiaco. La salma dello sfortunato operaio è stata trasportata all’ospedale di Padova dove martedì verrà sottoposto ad autopsia per chiarire le esatte cause del decesso.
La morte di Gianluca ha gettato Lisa in un tunnel di disperazione. A tormentarla anche la consapevolezza del dramma che ha vissuto la figlia, che compirà 5 anni a luglio.
«Ha capito tutto» dice in lacrime «mi ha raccontato ogni cosa. Ha cercato di tirarlo giù dal divano, gli ha aperto gli occhi e gli ha detto “papà svegliati”. Poi è andata giù da sola in pigiama a chiamare mamma, nonna, ma non c’era nessuno. È andata in giro nel quartiere, ma non si muove nessuno ormai, ed è tornata a casa. Nessuno l’ha vista o sentita. Ma è possibile che neppure nel condominio nessuno l’abbia vista in strada in pigiama? Siamo in cinque unità e solo in due lavoriamo, gli altri sono a casa. Ma non si vede una bambina che piange, che urla “mamma”? Se non chiamava mia suocera al telefono tornavo alle 17 dal lavoro e trovavo Gianluca morto sul divano e mia figlia sulla strada. Una vergogna. Io sono stata avvisata alle 16 da mia mamma. A mia figlia ho detto: “Adesso papà va via in ambulanza” e ho cercato di tranquillizzarla».
Lisa Stefani ora chiede chiarezza. «Martedì ci sarà l’autopsia per vedere a che ora è successo, quanto tempo la bambina è rimasta con lui, se è una cosa genetica» aggiunge la donna, «io ero tornata a casa a mezzogiorno e sono andata al lavoro alle 13. Gianluca mi ha detto che andava a riposare con la bimba e l’ho trovato già freddo. Una tragedia. Ora dobbiamo andare da uno psicologo». La notizia della morte di Gianluca Mazzari ha avuto un’eco vastissima. Lo conoscevano in molti con il soprannome di Rosko che qualcuno gli aveva affibbiato fin da bambino. Nel corso degli anni aveva gestito diversi bar. Con Lisa stavano insieme da vent’anni anni. «Sono cresciuta con lui» afferma Lisa, che ha 34 anni «è stato il mio primo e unico amore. Stavamo pensando di avere un altro bambino. La nostra era una vita tranquilla. Dopo aver lavorato anni nei bar aveva trovato impiego alla Labe, finalmente avevamo una vita normale, assieme alla sera e nei week end, in ferie con la bimba. Gli volevano tutti bene, era buono e umile, non aveva mai avuto una lite. Niente me lo riporterà indietro». —
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