Lo scolo esonda, a Campodarsego 16 famiglie con i garage finiti sott’acqua
Grossi disagi per un condominio in via Pioga. La problematica all’indomani del maltempo che ha toccato il Camposampierese. Tra i danni anche una Smart ora inutilizzabile. Sopralluogo del sindaco Gallo

Sono andati a letto con garage e sottoscala asciutti e si sono svegliati con quasi un metro di acqua. Grossi disagi martedì mattina, 6 maggio, per le 16 famiglie che abitano in due condomini di via Pioga a Campodarsego, realizzati negli anni ’60.
Il canale di scolo che corre dietro ai due stabili, dopo un pomeriggio di piogge tropicali in tutta l’area del Camposampierese, nottetempo ha avuto un rigurgito ed è esondato. Così le famiglie sono rimaste imprigionate negli appartamenti: impossibile uscire perché l’acqua aveva invaso anche i due ingressi e allagato pure la stanza contatori, nei sottoscala. Nei garage interrati l’acqua aveva già sommerso tutto, galleggiavano invece suppellettili e oggetti vari.

È stato chiesto subito l’intervento del 115, allertando nel contempo il Comune. Nel giro di pochi minuti in via Pioga sono arrivati i Vigili del fuoco con uomini e mezzi e i volontari della Protezione civile. Alle 7 sono cominciate le operazioni di messa in sicurezza con la posa dei sacchi sul fossato e l’attivazione delle idrovore per liberare le parti interrate. Verso mezzogiorno negli interrati c’erano ancora 20 centimetri d’acqua. I pompieri hanno fatto anche un sopralluogo, ma resta incerta la causa della tracimazione.
I danni patiti dalle famiglie sono elevati, uno dei condòmini ci ha rimesso pure la Smart oltre a tutto il resto. Gli altri, vista la giornata, avevano lasciato le loro auto all’esterno.
«Io ci ho rimesso anche tutti gli attrezzi, il tornio, la sega e materiale vario, tutti i risparmi», commenta Guerrino Bassic. «In 26 anni che abito qui», dichiara V.M., «sono almeno tre volte che andiamo sott’acqua. Anche nel 2006 e nel 2018. Abbiamo chiesto di chiudere il fosso, ma ci è stato risposto che non si può. Speriamo che mettano a posto». «Per colpa di quel fosso siamo a rischio», affermano Giuliana Marcon e la figlia, «una volta alle spalle del fosso c’era un campo incolto e l’acqua veniva assorbita. Poi negli anni hanno costruito alzandosi di livello».
Purtroppo oggi questa è una zona depressa e le lottizzazioni retrostanti nate negli anni sono state realizzate a una quota superiore il piano campagna. Anna Parpaiola è però convinta che in qualche punto il canale di scolo sia stato chiuso e non scarica. Non succedeva da sette anni. Dopo alcuni lavori fatti dal Comune i due edifici non si erano più allagati. Ma la causa dell’esondazione non è chiara, vogliono vederci chiaro anche Comune e Vigili del fuoco.
Martedì il sindaco Valter Gallo ha convocato l’ufficio tecnico e il responsabile della Protezione civile per valutare cosa si può fare. «C’è da capire se ci sono state manomissioni che possono aver influito», dichiara Gallo, «con l’ufficio tecnico faremo un sopralluogo che adesso non è possibile eseguire con i campi allagati. Faremo anche verifiche nel centro del paese che pure si è allagato».
Un’altra zona dove si è registrata una criticità è stata l’area di via Cinganame. Anche qui alcune abitazioni sono andate sott’acqua, la Protezione civile ha lavorato fino alle 2 della notte per risolverle. Martedì mattina il sindaco ha fatto anche il giro in zona Bosco del Vescovo, che ha risentito della bomba d’acqua caduta su Cavino. Il Comune si appresta anche ad aggiornare il Piano delle Acque.
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