Cardiochirurgia, Zaccaria fa i nomi del conflitto d'interessi ed è scontro con il rettore di Verona
Il caso della chiusura della scuola di specializzazione padovana, aggregata a Verona: nella commissione di esperti c'erano il rettore dell'Università la Sapienza di Roma e quello dell'Ateneo scaligero

PADOVA. Dopo la dura nota diffusa domenica, ora sulla chiusura della scuola di Cardiochirurgia del Bo, diretta dal professor Gino Gerosa, che da prossimo anno accademico sarà aggregata all'Università di Verona, il rettore Giuseppe Zaccaria fa nomi e cognomi. Ed esplode lo scontro diretto con il rettore di Verona, Alessandro Mazzucco, che a suo tempo è stato "allievo prediletto" del professor Vincenzo Gallucci, che negli Anni Ottanta a Padova eseguì il primo trapianto di cuore in Italia e poi fondò il Centro di Cardiochirurgia che ora porta il suo nome.
Conflitti di interesse, produzione scientifica ed eccellenza didattica "dimenticate": ci sono queste ed altre ragioni "sospette" secondo il rettore di Padova, Giuseppe Zaccaria, dietro il decreto del ministro Gelmini che sottrae all'ateneo patavino le scuole di Dermatologia e soprattutto quella di Cardiochirurgia, per aggregarla all'Università di Verona. "Tra i vertici del Bo - afferma Zaccaria - c'è la convinzione che siano stati determinanti pareri di commissari in evidente conflitto d'interesse. Nella commissione di esperti figurano Luigi Frati, rettore dell'Università la Sapienza, e Alessandro Mazzucco, rettore dell'Ateneo di Verona. "Casualmente" le valutazioni hanno fatto pendere l'ago della bilancia verso la capitale e verso Verona".
"Ci batteremo in tutte le sedi per far valere i nostri diritti", ribadisce Zaccaria, invocando più trasparenza e un'applicazione più oggettiva dei parametri nel definire le aggregazioni. "La clamorosa decisione del ministro Gelmini - osserva - è sotto gli occhi di tutti: scuole dell'Ateneo di Padova sono state aggregate a sedi che hanno sicuramente meno tradizione e rilevanza in ambito nazionale e internazionale. In altre parole si fa capire che sono state percorse strade diverse rispetto al parametro che più di ogni altro dovrebbe aver valore: l'eccellenza nella didattica post lauream".
Sulla Cardiochirurguia,in particolare, il rettore del Bo ricorda che "la facoltà di Medicina e chirurgia di Padova ha in organico 473 docenti, mentre altri ne hanno a disposizione un numero nettamente inferiore". Infine l'altro motrivo che secondo Zaccaria deve far riflettere: "Il Bo è stato indicato da una graduatoria stilata dal Top Italian Scientists come il miglior istituto per la produzione scientifica. Sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. L'Ateneo dovrebbe essere messo in condizione di poter richiamare laureati di altri atenei, mentre nella situazione attuale una parte degli studenti di Padova si vedrà costretta a cambiare sede per svolgere altrove la propria formazione specialistica".
Per questo il rettore di Padova ha chiesto un incontro urgente in Regione, affinché nella determinazione dei posti aggiuntivi da finanziare "sia tenuto conto della situazione venutasi a creare nel Veneto a seguito della distribuzione dei contratti ministeriali che così immotivatamente penalizza la prima e più grande facoltà Medica della regione".
Mazzucco: "Padova faccia pure ricorso".
Non è meno tagliente la replica del rettore dell'Università di Verona. Alessandro Mazzucco si dice "sorpreso per la presa di posizione del rettore Zaccaria al quale ho avuto modo di spiegare dettagliatamente la posizione della commissione di esperti che ha avuto l'incarico dal ministero dell'Istruzione di esprimersi sull'attivazione delle scuole di specializzazione di area medica".
Mazzucco osserva che "la commissione in cui sono membro come delegato della Crui non ha avuto il potere di determinare le scelte del ministero della Salute, intervenuto successivamente alla nostra indicazione di sostanziale conferma del numero di scuole autonome e aggregate rispetto all'anno precedente, imponendo, in particolare, una fortissima decurtazione dei contratti nazionali per la Cardiochirurgia". "Se l'Ateneo di Padova - prosegue il rettore - ravvisa motivi per presentare ricorso avverso il decreto ministeriale lo faccia. Non accetto, però, alcuna insinuazione o accanimento che getti ombre su operazioni nascoste o tanto meno sull'eccellenza della facolta' di Medicina di Verona e della scuola di Cardiochirurgia, in particolare, che risponde al massimo livello ai criteri stabiliti dal ministero per l'assegnazione delle sedi amministrative delle scuole: dotazione di docenti nel settore scientifico-disciplinare specifico, volume di attività clinica, capacità formativa della scuola, pregressa attività formativa della scuola''.
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