Caro-affitti in centro a Padova, ne fa le spese persino Disney

PADOVA. Affitti sempre più cari per i negozi del centro che diventa sempre meno appetibile per le griffe. Tra queste anche il Disney Store di piazza dei Frutti e il vicino negozio di abbigliamento. A confermare che non si tratta solo di una voce è il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin che ha già intavolato una trattativa con il proprietario dei muri per concordare una riduzione del canone di affitto per trattenere la casa di Mickey Mouse in città. Tuttavia a monte delle ragioni che potrebbero spingere la Disney ad abbandonare la città del Santo potrebbe anche essere una precisa scelta della sede americana, che sta riducendo la presenza in Italia (già chiuso a Udine, Cinisello Balsamo e Modena).

Disney o non Disney, la questione caro affitti per l’Ascom è allarmante. I negozianti di piazza dei Frutti non gradirebbero i portici e e la piazza riempiti di tavolini e, in alcuni periodi, di bancarelle e considererebbero tanto i plateatici quanto gli ambulanti come veri e propri ostacoli che oscurano le vetrine. Resta il fatto che gli affitti in centro sono in questo momento storico troppo alti rispetto al reale mercato economico. Lo pensa l’Ascom che si domanda quanto la città sia ancora una piazza appetibile per le grandi firme. Negli ultimi anni hanno infatti preso le distanze da Padova Cartier, Bulgari, ma anche Frette e Ricordi. Ferite ancora aperte nel cuore del commercio. «La città sta perdendo consensi», conferma Bertin, «la perdita della Disney, come quella di altri nomi prestigiosi, non gioverebbe alla città. Noi siamo convinti che il capitolo affitto sia ancora decisivo nelle strategia e nelle dinamiche che portano a scegliere (o scartare) Padova come piazza di business. Come quando Prada aveva vagliato, la possibilità di andare via dalla nostra città, anche adesso ci siamo mossi immediatamente. Nel caso particolare il trasferimento di Disney da piazza Garibaldi non ha giovato: quella location era di maggiore passaggio. Ma il ragionamento vale per tutti i negozi. Il mercato degli affitti commerciali oggi impone una riduzione del 30% perché sia realistico». A dimostrarlo i fatti. Nell’ultimo anno solo l’Ascom ha ricontrattato 40 affitti ottenendo dai proprietari la riduzione, appunto, del 30% del canone. «Oggi affitti che superano, per 100 metri quadrati, la soglia dei 2 mila -2 mila e 500 euro in centro non sono sostenibili», scandisce Bertin, «eppure alcuni proprietari dei muri pretendono, per 100 metri quadrati vicino alle piazze, cifre sproporzionate come 4-5 mila euro. Parliamoci chiaro: un via meno centrale come via Zabarella ha una forbice che oscilla tra i 1.200 euro ai 1.800: prezzi praticati nei quartieri dieci anni fa». L’Ascom, per andare incontro ai commercianti, oggi presta due servizi fondamentali: il primo è la ritrattazione degli affitti (pionieri i cugini della Confesercenti) e poi il business plan all’americana: «per le nuove aperture studiamo la “piazza”», spiega il presidente, «e suggeriamo (o sconsigliamo) di aprire l’attività. Oggi è necessario sapere se la zona è già satura del prodotto, qual è la mole di affari rispetto alla location e altre informazioni a tutto tondo».
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