Casa in affitto, l’inquilino non paga ma lo sfratto è impossibile

PADOVA. Inquilini morosi e proprietari espropriati dei propri beni. È l’emergenza abitativa che con la crisi in aumento tende ad essere sempre più presente in città. Una realtà che ad oggi appare ancora lontana da una soluzione concreta. Un esempio per tutti quello di Mauro e Cristiana Sartore, proprietari di un appartamento in via Cavalieri di Vittorio Veneto, a Mortise: da quasi due anni non percepiscono l’affitto dagli inquilini, ormai debitori per circa 15 mila euro. Senza contare le spese che hanno dovuto sostenere tra tasse e spese condominiali.
«Oltre a non percepire un euro da 21 mesi, questa casa in un anno ci è costata 750 euro di Imu, 500 di spese condominiali e più di 1.500 di spese legali», spiega Mauro Sartore, 60 anni, ex agente di commercio ora disoccupato. Per questo ieri mattina, per la terza volta è intervenuto l’ufficiale giudiziario. Lo sfratto esecutivo però è stato ancora rinviato, a marzo.
«Non usciranno mai da questa casa», incalza Mauro Sartore. «Chi glielo fa fare? Il loro massimo incomodo è che ogni quattro mesi ci presentiamo con l’ufficiale giudiziario». Nell’appartamento vive una famiglia nigeriana composta da sette persone: madre, padre e cinque figlie. «Quando ci sono di mezzo minori è impossibile fare uscire gli inquilini», si arrabbia Cristiana Sartore. «Loro lo sanno e ne approfittano». Mauro Sartore si preoccupa di trovare una nuova sistemazione alla famiglia nigeriana. «Sono andato in Comune più volte e ho anche chiesto diversi incontri con l’assessore Brunetti per trovare una casa a queste persone, nonostante la signora abbia un posto di lavoro a tempo indeterminato».
Ma sono tanti i piccoli proprietari che hanno a che fare con inquilini morosi. La trafila è la stessa. Secondo Silvio Barbiero dell’Uppi, Unione piccoli proprietari immobiliari, il mancato intervento della forza pubblica starebbe alla base dei problemi. «È chiaro che né l’ufficiale giudiziario, né il proprietario o il fabbro possono intervenire usando la forza per liberare un appartamento. E gli inquilini morosi lo sanno», dice Barbiero «credo che da un punto di vista politico vi sia la volontà di non creare tensione sociale che si creerebbe facendo intervenire polizia e carabinieri. I prefetti non vogliono creare un’allarme sociale e tutti scaricano sulla proprietà privata un compito che dovrebbe essere del pubblico. Gli unici che ci rimettono sono sempre i proprietari, costretti a pagare tasse e spese su case di cui non riescono più a impossessarsi. Se ci vogliono uno o due anni per liberare una casa occupata è logico che il proprietario non appena riesce a liberarla la spranga».
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