Casale di Scodosia, “prigioniero” in casa: l’Ater accusa i Comuni

Il presidente Frasson: «Costretti a questi tagli perché ci fanno pagare l’Imu». Sul servizio di trasporto in ospedale pronti i volontari della Sogit
Casale Scodosia 06 Nov 12 Disabile Carlo Mario Paganotto, 60 anni, via Vermiglio 127/8 Casale Scodosia . Nella foto: Carlo Mario Paganotto bloccato ieri sulla rampa di scale Ph. Zangirolami
Casale Scodosia 06 Nov 12 Disabile Carlo Mario Paganotto, 60 anni, via Vermiglio 127/8 Casale Scodosia . Nella foto: Carlo Mario Paganotto bloccato ieri sulla rampa di scale Ph. Zangirolami

CASALE DI SCODOSIA. Una pedana che cambia la vita di una persona. E allo stesso tempo una pedana che pesa fin troppo su un bilancio ridotto all’osso. La vicenda di Carlo Mario Paganotto, l’invalido di 60 anni che si batte per poter abitare in un alloggio a misura di disabile, apre una riflessione su tutti i limiti che gli enti pubblici incontrano nel venire incontro alle esigenze delle fasce deboli.

Paganotto abita in un alloggio Ater di via Vermiglio, a Casale di Scodosia, e non riesce a raggiungere il proprio appartamento al primo piano perché nello stabile manca una pedana mobile per la sua carrozzina. L’intervento costerebbe 12 mila euro e risolverebbe quasi tutti i suoi problemi. «Manutenzioni e interventi per la riduzione delle barriere architettoniche rappresentano una spesa notevole» spiega Flavio Frasson, presidente di Ater Padova «che ora non possiamo più sostenere pienamente. La Regione da due anni non finanzia più questi interventi, e da quest’anno siamo pure costretti a pagare l’Imu: siamo obbligati a fare tagli, anche su questi capitoli». Tradizionalmente l’Ater investiva 3,5 milioni di euro per interventi del genere: quest’anno dovrà pagare 3 milioni di Imu e dunque quell’investimento sarà drasticamente ridotto. «Nel caso in questione il Comune rimpalla la responsabilità a noi, e così avviene ovunque. Però quegli stessi Comuni che ci accusano sono i primi a non venirci incontro nell’abbassamento delle aliquote Imu: ci vessano e poi pretendono anche che investiamo...». Frasson si è comunque impegnato ad affrontare personalmente il caso Paganotto, anche se «in passato abbiamo proposto all’utente di trasferirsi in un alloggio popolare al piano terra». L’uomo ha rifiutato (lo stesso Paganotto lo ha ammesso): «Occorrerebbe sempre venirsi incontro. In questa situazione abbiamo avanzato una proposta seria e risolutoria e il residente non ha voluto fare un passo verso di noi. Se tutti facessero così…». Tra le problematiche vissute da Paganotto c’è anche quella del trasporto dalla propria abitazione all’ospedale, visto che per qualche tempo l’uomo sarà sottoposto ad alcune medicazioni ed ogni volta occorre mobilitare l’intera famiglia.

Su questo fronte una soluzione è quella della Sogit, associazione di volontariato che nell’Estense conta su due ambulanze e tre pullmini dedicati proprio a questo servizio: «Effettuiamo un’ottantina di viaggi al mese» spiegano dalla sede di Este «e curiamo il trasporto dall’alloggio di residenza alla struttura ospedaliera, rimanendo sempre con il paziente. Ci facciamo rimborsare solamente la benzina in base al chilometraggio». Il numero di riferimento è lo 0429-2900, è sufficiente contattare l’associazione con due giorni di anticipo.

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