Case Ater, cantieri fermi. L’ira dei residenti: «Palestro muore»
Nel 2022 trasferite 45 famiglie, ne restano poche in attesa di rientrare. Ostanel e le associazioni: «Chiediamo risposte certe sui lavori da fare»

L’erba da sfalciare oltre le recinzioni. I rattoppi ai vetri rotti delle finestre. Il silenzio surreale. Per chi vive intorno a piazza Toselli, a Padova, il vociare sparito dai 63 appartamenti Ater nelle dieci palazzine nel quadrato che disegnano le vie Magenta, Palestro, Toselli e Varese, è ancora incredibile.
Nonostante siano già quasi tre anni che i 45 nuclei familiari che ci abitavano siano stati trasferiti, temporaneamente, altrove per far spazio alla riqualificazione e ai lavori di efficientamento energetico.
Un’operazione che avrebbe dovuto concludersi in due anni e mezzo, tre al massimo, e di cui Ater ad oggi postpone il termine a primavera 2028. Dei 45 sfollati, la metà potrebbe rientrare, ma di fatto lo faranno solo 3-4 famiglie. «I lavori non sono partiti.
Le bonifiche rese necessarie dalla presenza di amianto hanno ritardato l’avvio dei cantieri, ma l’area nel frattempo è in stato di incuria, e le persone spostate in altre soluzioni abitative vivono nell’incertezza», spiega Elena Ostanel, consigliera regionale de “Il Veneto che vogliamo”.
La passeggiata partecipata
Ha organizzato apposta una passeggiata partecipata nel quartiere. Ospiti Mattia Boscaro dell’asd “Quadrato meticcio” e alcuni membri di “Palestro 30 e lode”, “Clinica popolare Asadî” e “Auser Savonarola”.
Camminano e si confrontano tra la pubblicità che straripa dalle cassette della posta, affisse all’entrata di questi immobili chiusi.
I passaggi precedenti
A maggio, la consigliera aveva presentato un’interrogazione in Regione per avere delucidazioni sullo stato dell’arte dei lavori previsti nelle palazzine «liberate nel 2022, e sul destino di altre due in via Lago Ascianghi, 32 appartamenti in tutto, vuote e di cui una già inserita in piano vendita Ater – ricorda Ostanel – Infine, di un’altra della stessa capienza in via Amba Aradam, dove le ristrutturazioni risulterebbero concluse da sei mesi, ma le transenne recintano ancora lo stabile vuoto».
La richiesta è chiara: investimenti strutturali nell’edilizia residenziale pubblica: «A Padova, 7.248 alloggi di Ater per il 20, 8% sono sfitti, proporzione triplicata dal 2010. L’Emilia-Romagna ha annunciato investimenti per 300 milioni con obiettivo sfitto zero sulle case popolari, mentre il Veneto ha recentemente aperto un bando di 14 milioni, peraltro con risorse europee del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Non basta».
In zona intanto si teme che lo stato di abbandono faccia cadere le condizioni di abitabilità delle palazzine, e che al riatto subentri l’ipotesi della messa in vendita.
L’impatto sul quartiere
Classi che faticano a formarsi alle elementari, negozi di vicinato che chiudono o lavorano meno, come testimonia Livio Disarò dalla tabaccheria al 49 di via Palestro. Tra chi è in attesa di sapere se e quando poter tornare a casa, molti sono anziani. Elda Brugnolo, 92 anni a settembre, è assegnataria Erp: «Vivo a Palestro dal ’36. Mi hanno spostato in un appartamento sporco, almeno in quartiere», dice, «ma sono così vecchia che non vorrei affrontare un altro trasloco».
Maole e Mbay, marito e moglie, a Padova da una trentina d’anni, dal 2003 vivevano con i loro 4 figli, tra cui Joel, 35enne disabile, in 110 metri quadrati al piano terra di piazza Toselli.
«Joel stava sempre al Punto giovani o da Legambiente. Ci hanno proposto prima un appartamento alla Guizza, ma lui non è in grado di prendere l’autobus, così ci hanno sistemati in 85 metri quadri in via Varese – spiegano – «Siamo al terzo piano con ascensore, ma per lui desideriamo tornare a casa, dov’era più libero di muoversi e vivere autonomo».
«Ecco a cosa sta portando un’operazione da 7,3 milioni di euro, 5,8 ottenuti dal governo più 1,6 messi da Ater, oggi purtroppo arenata», commenta Mattia Boscaro dell’associazione “Quadrato Meticcio”.
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