Case di riposo, aumentano le rette nel Padovano. I familiari degli ospiti si ribellano

Si arriva anche a 5 euro al giorno e c’è chi ha previsto una “tassa Covid”. Volpe (Uripa): «Bisogna scrivere al premier»

PADOVA. Era nell’aria e ora, con l’avvio del nuovo anno, è approdato nei portafogli: l’aumento delle rette nelle case di riposo è diventato effettivo a gennaio lasciando scontenti sostanzialmente tutti. I parenti degli ospiti, costretti ad aggravi in qualche caso anche pesanti per il budget familiare e i gestori delle Rsa obbligati a muoversi sul filo, calibrando gli aumenti.

Esigenze diverse che si uniscono in un’unica istanza: la necessità di maggiori risorse ricorrendo a tutti gli strumenti a disposizione, dal Mes al Recovery Fund. «Io capisco le esigenze dei familiari» tuona Roberto Volpe, presidente Uripa, l’Unione delle case di riposo «ma a questo punto dovrebbero prendere carta e penna e scrivere al premier. Noi avevamo chiesto 1.700 euro l’anno a ospite: sarebbero bastati 670 milioni, ma nel decreto ristori ne sono stati destinati 40, tra anziani e disabili, il che significa 60 euro all’anno».

Intanto le famiglie degli ospiti fanno i conti ciascuna con le proprie risorse e con la necessità di dirottarne una fetta sempre più sostanziosa a sostegno del congiunto ricoverato.

Detto di un aumento generalizzato, al Parco del Sole, malgrado un incremento medio di 1,8 euro al giorno, secondo la cooperativa che gestisce il servizio, c’è chi si è visto aumentare la quota alberghiera di cinque euro al giorno nel breve volgere del nuovo anno: «Mi sembra un aumento eccessivo, soprattutto se si considera che si va sommando a quelli degli anni precedenti» sostiene il parente di un anziano «senza contare che noi paghiamo anche l’Iva che non ci risulta sia dovuta in caso di anziani non autosufficienti, motivo per cui ricorreremo al legislatore per verificarne l’applicazione».

In sostanza, nel caso specifico, si tratta di un aggravio di circa 150 euro al mese con quote alberghiere che sfondano il tetto dei 2 mila euro mensili: «Tra un po’ dovrò girare la mia pensione alla casa di riposo, ma nessuno si chiede con cosa vivono i familiari degli ospiti» commenta ancora «visto che si tratta di strutture convenzionate con la Regione forse questa dovrebbe vigilare sugli aumenti».

Alla Nazareth, invece, rivelano i parenti di un ospite, l’incremento rispetto all’anno precedente si è fermato a 50 centesimi al giorno, arrivando a 68,30. A questo, tuttavia, si aggiunge un contributo straordinario di 1,5 euro, sempre al giorno, per la gestione dell’incremento dei costi causati dall’epidemia. Un aumento che, assicura la struttura, rientrerà a fine emergenza. Anche in questo caso, annunciano i parenti, è in corso una verifica: «Vogliamo capire se sia una richiesta lecita» avvertono «di sicuro le risorse aggiuntive non sono spese per i dispositivi per far accedere i parenti degli ospiti».

Dal canto suo il presidente di Uripa spiega che «le rette servono alle case di riposo per garantire il pareggio di bilancio e vengono calibrate in base ai costi e ai ricavi. Pertanto, in mancanza di contributi straordinari per il 2021, dobbiamo trovare altre risorse e questo mi risulta che stia avvenendo con aumenti contenuti tra l’1 e il 3%. Io lo dico dalla scorsa primavera che avremmo dovuto aumentare le rette» aggiunge «ma sarebbe sembrato davvero di cattivo gusto farlo in quel momento".

"E per fortuna abbiamo avuto quasi 17 milioni dalla Regione. Tuttavia, nell’anno appena concluso abbiamo avuto una contrazione dei ricavi del 10% e un aumento delle spese di poco inferiore. Non bastasse, quest’anno è previsto anche l’aumento dei contratti di lavoro. Qui quello che manca è il Governo. Attingesse ai fondi del Recovery o del Mes, non importa: i soldi si trovano se c’è la volontà, ma è la sensibilità politica che manca».

Pizzicato in mezzo a una situazione complicata, anche il Comune: «Noi paghiamo già in tutto o in parte la retta di 390 persone che altrimenti non potrebbero permettersi il ricovero in Rsa» sostiene Marta Nalin, assessore al Sociale a palazzo Moroni «e questo intervento ci costa 3,8 milioni all’anno. È evidente che, a questo punto, gli aumenti delle rette nelle case di riposo ricadranno anche su di noi che dovremo trovare le risorse per garantire la copertura a tutti. In questo senso, forse, dovrebbe intervenire la Regione».

Dal canto suo Elisa Venturini, consigliere regionale di Forza Italia difende l’operato di Palazzo Balbi: «Nel 2020 ha stanziato risorse straordinarie proprio per dare ossigeno alle strutture, dimostrando di aver ben presente la situazione in cui le Rsa stanno operando» conclude l’esponente della commissione sanità «ma a questo punto credo che il Governo dovrebbe ricorrere al Mes per garantire le risorse necessarie». —


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova