Caso Rigato in Veneto, Berlusconi fa ricorso

Rimpallo di fascicoli tra Treviso e Milano. I legali del Cavaliere in Cassazione
TREVISO. È stato un «provvedimento abnorme» quello di ritrasferire da Treviso a Milano gli atti dei procedimenti stralcio dell'indagine Ruby ter che vede tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari Silvio Berlusconi. È quanto sostengono il legali dell’ex premier, Franco Coppi e Federico Cecconi, in un ricorso depositato in Cassazione, secondo il quale i pm trevigiani non avrebbero potuto restituire ai giudici milanesi, come invece hanno fatto nei mesi scorsi, le “carte” relative a Giovanna Rigato senza passare dal vaglio di un gip.
 
Un giudice di Treviso, questo sostengono i due legali, avrebbe dovuto fissare un’apposita udienza per dichiarare l’incompetenza territoriale e rimandare gli atti nel capoluogo lombardo. Cosa che invece non è avvenuta. La Suprema Corte non ha ancora fissato la data per trattare la questione e decidere se ci sia stato o meno un errore procedurale e disporre l’azzeramento della trasmissione dei fascicoli in modo da ripeterla.
 
Lo “spacchettamento” dell'inchiesta e la trasmissione dei vari stralci in tutta Italia per competenza territoriale era stata disposta dal gup milanese Laura Marchiondelli nell’aprile dell'anno scorso. I fascicoli sull’ospite delle serate hot ad Arcore, coimputata con Berlusconi, erano stati mandati a Treviso. La Procura di Milano ne aveva poi chiesto la restituzione in base alle successive dichiarazioni rese ai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio dal ragioniere Giuseppe Spinelli, il contabile di fiducia dell’ex premier, in quanto avrebbero dimostrato che gli ultimi pagamenti sarebbero avvenuti proprio nel territorio di competenza della magistratura milanese.
 
Intanto il processo a carico del leader di Forza Italia riprenderà il 3 luglio e potrebbe essere riunito a quello nei confronti di altri 23 imputati, tra cui Ruby e altre “olgettine”, accusate di aver ricevuto denaro e regali dal Cavaliere in cambio del loro silenzio sulle feste a villa San Martino.
 
Recentemente la Procura di Milano ha accusato la stessa Rigato di aver chiesto al Cavaliere una cifra vicina al milione di euro per non rivelare alla stampa, e ai giudici del processo “Ruby ter”, informazioni e notizie (anche
molto piccanti) in grado di danneggiare l'ex premier. Se le accuse fossero confermate, la posizione di Rigato si aggraverebbe notevolmente: si tratterebbe di un vero e proprio ricatto. Va detto che la showgirl originaria di Orsago ha sempre respinto al mittente le accuse nei suoi confronti.

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