Catturato ai Caraibi e rispedito in Italia

MONSELICE. Riecco Giovanni Ponticello, l’ex produttore cinematografico finito sotto i riflettori per lo scandalo dei falsi provini a Monselice. Rispunta dopo anni di assenza dai tribunali e dalla sua Bassa padovana e si scopre che si era trasferito a Santo Domingo, dove viveva addirittura con un body guard privato. Ora però se ne va in galera. C’è un mandato d’arresto internazionale che gli impone di scontare cinque anni e sei mesi di carcere per bancarotta ed estorsione.
La vicenda risale ai primi anni del 2000. In quel periodo Ponticello riuscì a farsi consegnare 40 mila euro da un ventenne di Este minacciandolo ripetutamente. I legali del quarantacinquenne di Lozzo Átestino chiesero anche la revisione del processo ma evidentemente la condanna è diventata esecutiva.
Vedendo nubi nere all’orizzonte Ponticello ha deciso di cambiare vita. Ha abbandonato l’Italia e si è trasferito a Santo Domingo, coronando così il sogno di vivere tutto l’anno con le infradito ai piedi in un posto da sogno. Per garantirsi la giusta sicurezza aveva ingaggiato anche un bodyguard. Ma la giustizia, prima o poi, presenta il conto. Soprattutto se ti cercano tutte le forze dell’ordine del Nordest.
La Guardia di finanza di Gorizia, con un’attività di intelligente, ha scoperto che si trovava all’estero. Il resto l’hanno fatto gli uomini delle forze di Polizia della Repubblica Dominicana che hanno dato esecuzione al mandato di cattura della Corte d’Appello di Venezia. Ieri mattina Giovanni Ponticello è atterrato all’aeroporto di Verona-Villafranca, dove ad attenderlo c’erano gli uomini delle Fiamme gialle.
Il nome di Giovanni Ponticello è legato indissolubilmente al caso che lo fece balzare all’onore delle cronache nazionali. A Monselice decise di creare la casa di produzione «New Star film» tra il luglio e l’ottobre del ’96.
Quell’estate il produttore, amico della soubrette crespanese Raffaella Zardo, disse di voler sfondare nel mondo dello show-business con un progetto: girare una pellicola (titolo «Fumo negli occhi») sulla vita della modella nostrana, inciampata nell’indagine sui provini a luci rosse (chiusa con un’archiviazione), amica di Gigi Sabani e di Valerio Merola. Abboccarono in tanti alla proposta di Ponticello che millantava di aver ingaggiato come coprotagonisti Adriano Celentano, Alba Parietti, Jerry Calà e Fabio Testi.
Almeno un centinaio di uomini e donne che sognavano un futuro da star si trovarono invece a pagare per una parte che non hanno mai avuto. C’è chi ha versato addirittura 50 milioni di lire, finendo così nel baratro finanziario. Solo otto candidati al progetto cinematografico, capendo di essere stati truffati, decisero di sporgere denuncia. In quel periodo vennero interrogati nella stazione dei carabinieri di Monselice tutti i personaggi del mondo dello spettacolo citati da Ponticello.
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