C’è pure la versione modello “E-bike” della mitica Graziella

Maurizio Fondriest, ora costruttore, firma autografi Novità contro i furti: segnalatori Gps dentro al telaio
BARSOTTI - EXPO BICI
BARSOTTI - EXPO BICI

Entrando in Fiera, lo capisci subito che la frontiera delle bici elettriche non è più tale. Perchè vai a sbattere sul padiglione della francese Solex, ovvero la prima azienda a portare al successo una bici a motore, e ti ritrovi il modellino elettrico che richiama la bisnonna e costa 1690 euro. Giri l’angolo e trovi addirittura le versione “e-bike” della vecchia Graziella, divenuta una bici per fighettissimi con una versione in oro e radica che nessuno ti vuol dire quanto costa. Passati i tempi della pieghevole popolare che in qualche anno aveva raccolto mille imitazioni.

Tanta gente in giro. Tanta, tanta, tanta. Dai monomaniaci delle granfondo (li distingui dai foulard, i jeans al ginocchio, le sniker ipertecnologiche e il pizzetto pantanino), ai cicloturisti con morosa cicloturista, fino agli ex campioni diventati costruttori. Il campione del mondo Maurizio Fondriest, ad esempio, che firma contratti e autografi.

Ti giri di fianco e scopri il padiglione delle bici per bambini: puoi passare qualche minuto a... leggerle, visto che sono istoriate da veri e propri fumetti.

Tante, tantissime, troppe mountain bike. Alcune con le ruote ciccione come certi dragste, altre così tecnologicamente avanzate che per guidarle ci vuole il libretto delle istruzioni.compresa quella mono-forcella che ti dà una sensazione di zoppia senza pari.

Tra i 500 e più stand di questa edizione dei record, c’è pure un angolo dedicato ai decoratori. Una volta c’erano quelli per le moto oversize con forcellone easy-rider, ricordate? Tocca alle bici, adesso.

Passato lo stand-mostro diPinarello, che dà in prova mtb e bici da corsa a chiunque ne faccia richiesta, in un angolo vediamo ammonticchiati copertoni di tutti i colori: bella idea, servono alle scatto-fisso dei ragazzini, quelle specie di bici-neon? Nossignori, quelli con sono copertoni ma pneumatici completi, ruote piene, si diceva una volta. Molto più morbide e colorate, le fa la Tonus, sono di due durezze diverse e sono garantite 6000 chilometri. “Solo uso urbano”, sottolinea il rappresentante. Niente sterrati e simili, insomma. Ma i chiodi le fanno ridere.

Una marea di stand anche per quanto riguarda la componentistica. Cambi, abbigliamento, attrezzature, carrelli porta-bambini, sacche e trespoli portabiciclette per l’auto, cerate, caschi. E selle, naturalmente. Qualche anno fa erano arrivate quelle con lo sbrego in mezzo per salvare la prostata? Adesso hanno anche il naso all’ingiù e sono piene di gel. Sempre allo stesso scopo. E spuntano, visti i prezzi e visto il ritorno in massa dei neorealistici ladri di biciclette, anche gli antifurti. Dai segnalatori Gps da inserire nel telaio ai pedali da smontare e fermare ai raggi a mo’ di... barra bloccasterzo per le auto.

Laggiù spuntano pure le bici di Camilleri. La marca è Montante ed è la stessa del mezzo che servì al giallista per andare da Serra di Falco, dov’era sfollato, a Porto Empledocle, appena bombardata, a cercare suo padre. Sono belle, coloniali e suggestive. Hanno uno strano sapore inglese.

Ci stupisce anche la Campagnolo, storica azienda vicentina che lanciò il cambio: espone un fantastico”ciclone da corsa” per disabili: un segno di civiltà. Proviamo invine ad acquistare un libro del vate del ciclismo Bruno Raschi, ma la ragazza non ha da cambiarci le 50: promettiamo di ripassare ma non lo faremo. Ciao. (a.f.)

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