Censura vaticana per il manifesto del festival di Sgarbi a Padova

No dell’Osservatore Romano al fotomontaggio per "Babele", che mette il Cristo fra il Papa e l'Imam

PADOVA. Occhi negli occhi, il Papa e il Grande Imam. Eccoli. Di profilo Bergoglio, che annuncia un sorriso. Di tre quarti, orgoglioso, Ahmad Muhammad al-Tayyib, un libro in mano, come si conviene all’imam dell’università di Al-Azhar, il principale ateneo dell’islam sunnita. L’incontro c’è stato davvero, a maggio di quest’anno, nella sala delle udienze del Vaticano. «E il nostro incontro è il messaggio», disse nell’occasione papa Francesco, cerimonioso. Il libro, a voler essere precisi, era una copia dell’enciclica “Laudato si”. Cronaca, insomma. Ma come nei giochi di enigmistica, c’è un dettaglio al posto sbagliato nella foto che vedete qui a destra e che Vittorio Sgarbi - anzi, una sua collaboratrice - ha rielaborato con l’intenzione di farne l’immagine perfetta per il lancio del festival letterario “Babele” (a Padova dal 18 al 23 ottobre), quello che si propone di raccontare «l’Islam visto da dentro», quello che ha sostituito la Fiera delle Parole , quello che tanto ha fatto parlare finora.

Vittorio Sgarbi alla Presentazione spazio espositivo 'Il Tesoro d'Italia: storia, geografia e biodiversit?? dell'arte italiana' a cura di Vittorio Sgarbi a Expo Milano 2015, 22 maggio 2015. ANSA/STEFANO PORTA
Vittorio Sgarbi alla Presentazione spazio espositivo 'Il Tesoro d'Italia: storia, geografia e biodiversit?? dell'arte italiana' a cura di Vittorio Sgarbi a Expo Milano 2015, 22 maggio 2015. ANSA/STEFANO PORTA

La foto, dunque. Quella originale è stata pubblicata come copertina di “Sette”, magazine del Corriere della Sera, qualche settimana fa. Quella ritoccata per la mostra di Sgarbi, invece, non sarà mai utilizzata. Perché il dettaglio - rivelazione - è il Cristo del Perugino, portato al centro fra il Papa e l’Imam. Troppo al centro. Così al centro che per l’Osservatore Romano - che della foto detiene diritti e destini - «sembrerebbe una provocazione a favore del Cristianesimo». Stop alla foto, dunque. Sgarbi censurato dal Vaticano è la notizia. E Bitonci - sindaco leghista anti-islam - in posizione di potenziale conflitto con la Chiesa.

«È tutto rovesciato», ironizza Sgarbi, ammettendo che «mai mi sarei aspettato di essere censurato in questo modo». La foto rielaborata per lui era perfetta: «Visto che sguardi tra i due? E poi l’opera del Perugino, che nella foto originaria era coperta, torna al centro, richiama l’arte e dunque me. C’è tutto». C’era, si dovrebbe dire. Perché al dunque è arrivato il niet e l’autorizzazione all’uso è stata negata. «Ora non potrete dire che Bitonci censura l’Islam», provoca ancora Sgarbi. «Dovrete dire che il censurato stavolta sono io. Ed è un peccato, perché poi ho semplicemente messo al centro quello che c’è veramente, ma nel posto sbagliato». In realtà il finale di questa storia sarebbe ancora da scrivere: «Sì, potremmo andare avanti e rischiare lo scontro legale», ammette il critico, «ma non credo che Bitonci voglia insistere nella provocazione, anche se io l’ho incitato in questo senso. L’alternativa è rispettare la legge». Rimettere il Cristo al posto, restituire equilibrio alla foto, ribaltare quello che è già stato ribaltato. E accontentarsi di un altro po’ di pubblicità per il festival. Che male non fa.

 

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