Centri estetici cinesi, caccia al lavoro nero
Centri estetici cinesi in città e provincia sotto la lente alla non peregrina ricerca di punti neri quanto alle normative sugli stranieri e sulla tutela del lavoro.
Un certosino controllo, nei giorni scorsi, da parte di carabinieri del Comando provinciale, personale della Direzione territoriale del lavoro, ispettori dell’Inps e dell’Inail, a 22 centri dei quali cinque sono risultati impiegare personale in nero: e, siccome i dipendenti “fantasma” in ogni attività erano più del 20 per cento del totale del personale, per tutti e cinque è scattata la “sospensione di attività nelle more di regolarizzare le proprie maestranze”. Il che significa la possibilità per i titolari di schizzare a comunicare l’instaurazione di rapporto di lavoro, dunque mettere in regola i dipendenti, e incorrere così solo nella sanzione amministrativa e non in quella penale. Potendo in tal modo riaprire l’attività.
Nei cinque centri estetici fuori regola sono stati trovati al lavoro nero 12 cittadini cinesi, sei avevano invece un contratto ma irregolare. Quattro dei centri hanno già riaperto, e sono: centro massaggi orientali in via Nievi 3 a Mestrino; centro massaggi Stella in via Annibale da Bassano 62; centro estetico Zhong Yi snc in via Foscolo 10; Mediterraneo 2 in via Vigonovese 46. Avendo messo in regola il personale il giorno dopo il controllo, questi incorreranno solo nella sanzione amministrativa che può variare da 1500 a 12 mila euro per ciascun dipendente più 150 euro per ogni giornata di lavoro in nero. Una verifica, questa, non agevole da fare.
Il quinto centro estetico, Jiang Xiaohong in piazza De Gasperi, è invece ancora chiuso.
Visto che le verifiche erano mirate al lavoro nero e ai permessi di soggiorno, nelle cinque attività non sono state ipotizzate e dunque approfondite indagini mirate ad appurare se oltre ai massaggi linfodrenanti, decontratturanti o anticellulite, le ragazze cinesi si producessero, magari su richiesta, in quella specifica branca della massoterapia che trae spunto dal mestiere più antico del mondo. Un solo dettaglio, giusto per malizia: al momento dei controlli, la clientela era costituita quasi interamente da uomini (esattamente 89) il cui imbarazzo era (pure quello) palpabile.
Nelle 22 attività controllate sono state identificate 145 persone tra cui 56 lavoranti. Sono anche stati rintracciati due cinesi privi di permesso.
Ora comunque continuano i controlli da parte della Direzione territoriale del lavoro, Inps e Inail per verificare la regolarità nella conduzione delle attività e nella gestione dei lavoratori.
Alberta Pierobon
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