Centro ingrosso Cina, l'attacco di Rossi: "Ci devono un milione di euro"

PADOVA. «Non possono esistere zone franche in città»: con queste parole il vicesindaco Ivo Rossi ha motivato gli accertamenti sul Centro Ingrosso cinese in zona industriale. Un vero e proprio pezzo di Repubblica Popolare Cinese che, come ormai succede in molte città italiane, è cresciuto anche all’interno della Zip. La vasta area ex industriale avrebbe destinazione produttiva; tuttavia, in seguito di un cambio di destinazione d'uso, viene ora utilizzata per il commercio all'ingrosso.
L'area commerciale è divisa in due distinte zone da un muro; per una di queste zone gli oneri relativi al cambio di destinazione d'uso sarebbero già stati pagati al Comune. Lo stesso, invece, non sarebbe avvenuto per la seconda zona, anch'essa destinata ad attività produttive artigianali ma convertita al commercio.
È in questa direzione che si stanno muovendo gli uffici tecnici comunali, incaricati di accertare il versamento degli oneri dovuti all’Amministrazione di palazzo Moroni. Secondo alcune stime in fase di verifica, la cifra non corrisposta al Comune potrebbe essere di un milione di euro, somma che darebbe respiro alle casse comunali.
«Ho chiesto di verificare se siano stati pagati gli oneri relativi alle attività esercitate nel Centro Ingrosso cinese – spiega Rossi, che ha recentemente visitato l'area – Non c'è nessun pregiudizio, si verifica solo che venga rispettata la legalità».
Gli accertamenti sono anche una forma di protezione nei confronti del mercato padovano: il fattore-Cina, che propone prezzi molto competitivi, può alterare la concorrenza ed il Comune sta mettendo in atto le verifiche necessarie per accertare il rispetto della legalità.
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