Cerchioni “finti”, Alessio nei guai

Accusati di aver prodotto e commercializzato ruote in lega con marchi automobilistici contraffatti
Di Silvia Bergamin

SAN GIORGIO IN BOSCO. Producevano cerchioni contraffatti Bmw e Chrysler, Jaguar e Audi, Mercedes e Toyota, Renault e Fiat? Vendevano coprimozzi con i loghi delle più prestigiose case automobilistiche del mondo per lucrarci abbondantemente? È questo il quesito al quale dovrà rispondere il giudice del Tribunale di Cittadella, Nadia Moresco; ieri si è aperto il processo nei confronti dei gemelli Andrea e Celeste Alessio, 60 anni, di San Giorgio in Bosco, titolari di una delle aziende che si distinsero nei ruggenti anni del miracolo del Nordest, la Alessio Sport Wheels Promotion; una realtà che raggiunse la ribalta mondiale, sponsorizzando una squadra di ciclismo di livello assoluto, per poi arrivare a chiudere in un lento e inesorabile declino.

I fatti al centro della vertenza dibattimentale risalgono al 2010; il pubblico ministero Marco Locas contesta ai gemelli Alessio il reato di contraffazione. Tutto comincia da un'indagine delle Fiamme gialle trentine. Una serie di controlli dai gommisti a Trento, ma anche a Bolzano, Aviano, In Friuli Venezia Giulia, fece rinvenire scatoloni con kit per l'installazione dei cerchioni. Tutti con il logo e quindi, per i militari, riconducibili all'azienda di San Giorgio in Bosco.

«Le verifiche effettuate presso rivenditori ufficiali», ha sottolineato un militare, «hanno confermato che non erano originali. In particolare i mozzi con i loghi». Si trattava di pezzi di buona fattura, ma tutt'altro che originali. «L'indagine si estende in tutto il Triveneto», hanno aggiunto le Fiamme gialle in aula. «Ha preso le mosse da Trento, nell'ambito di una perquisizione effettuata in uno stabilimento di pneumatici. Sequestrammo diversi coprimozzi, riprodotti illegalmente. Trovammo uno scatolone con dentro un sacchetto di plastica contenente sei loghi dell'Audi che riportavano l'etichetta dell'Alessio, da qui è scattata la perquisizione nel loro stabilimento. Siamo andati nelle case automobilistiche dove vengono prodotti i pezzi originali, li abbiamo messi a confronto accertando che erano fasulli». Numerosi i marchi che sarebbero stati contraffatti, quelli delle principali case autombolistiche mondiali: Chevrolet, Bmw, Mazda, Chrysler, Jaguar, Audi, Mercedes, Toyota, Renault e Fiat; in tutto sono ben 26 le parti offese costituitesi in giudizio. Andrea e Celeste Alessio non si sono presentati in aula, per questo i difensori hanno eccepito al giudice una questione preliminare; del resto la procura di Padova ha notificato all'indirizzo di residenza, in Ungheria, l'atto di citazione relativo ad Andrea Alessio, che è risultato irreperibile; di conseguenza, è scattata la dichiarazione di contumacia e la continuazione del processo; ma partendo dal dispositivo di legge, i difensori hanno insistito nel ribadire come avrebbero dovuto svolgersi delle ulteriori ricerche, all'esito delle quali stabilire la contumacia o meno.

Moresco si è riservata la decisione continuando l'udienza, ma se sarà accolta si dovrà ricominciare da zero. La prossima udienza è fissata per il 29 maggio: in quella sede il giudice affronterà la questione della contumacia.

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