Cescon: «Un dolore senza pietismo»

L’attrice trevigiana è protagonista della fiction di Rai Uno “Braccialetti rossi”
Di Valentina Calzavara
Una foto di scena della serie Tv Rai 'Braccialetti Rossi' in una foto diffusa il 24 gennaio 2014. ANSA/ ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY - NO ARCHIVE++
Una foto di scena della serie Tv Rai 'Braccialetti Rossi' in una foto diffusa il 24 gennaio 2014. ANSA/ ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY - NO ARCHIVE++

La fiction racconta il dolore attraverso le storie dei sei giovani protagonisti di “Braccialetti rossi”. La mini serie che ha debuttato su Rai Uno ha già conquistato il pubblico della rete ammiraglia col record del 20 per cento di ascolti. Ha vinto sullo share la sceneggiatura “coraggiosa” quanto insolita. Addio storie di melassa fatte di amori impossibili, belli e dannati o con intrighi a lieto fine, in “Braccialetti Rossi”, che andrà ora in onda il prossimo 2 febbraio, il tema centrale è la malattia che colpisce un gruppo di ragazzi e le loro famiglie. Viene così esplorato l'universo degli adolescenti e la prospettiva è inedita: è quella più taciuta, della sofferenza, cui si aggiungono la forza della solidarietà e dell'amicizia.

Nel cast c'è anche la quarantaduenne trevigiana, Michela Cescon, nei panni della madre di Rocco, alias Lorenzo Guidi, un bambino in coma. «Sono una mamma che, per stare accanto a suo figlio reduce da un brutto incidente in piscina, sfida se stessa tanto da trasformarsi nella clown dell'ospedale. Credo sia la mamma perfetta, che tutti vorrebbero avere, che tutti sognano, sempre presente e con una forza vitale incredibile» racconta l'attrice.

Un'interpretazione magistrale, quella che ha visto l'artista veneta, impegnata per cinque mesi a Fasano, in Puglia, dove un'ex scuola elementare ha fatto da scenografia alle riprese, trasformandosi per qualche settimana in un ospedale pediatrico.

«È la prima volta che affronto un lavoro del genere. Straordinario anche per la vicenda che lo ha portato sugli schermi italiani. Parliamo di un romanzo sociale, ispirato a un libro, ma allo stesso tempo di una fiction. Al pubblico viene raccontata una storia molto lontana dalla televisione del dolore o dallo stereotipo del medico affascinante e geniale. Sono contenta di esserci» spiega Cescon.

Non ci sono risvolti compassionevoli, le sei puntate saranno un condensato di esperienze, dolorose e umane, ma mai pietose. Al centro ci sono i giovani, c'è chi soffre di anoressia, chi ha un cancro o un problema al cuore.

«In tutto questo non riesco a trovare una sola morale» spiega la protagonista «i messaggi che vengono lanciati sono centomila. Il più lampante è la sfida alla malattia. Viviamo in una società in cui il dolore non viene concepito, l'invecchiamento non viene accettato. Ebbene questa serie conferma che esiste una terza via: della sofferenza non ci si deve vergognare».

A dimostrarlo sono proprio i ragazzi di “Braccialetti Rossi”, ognuno di loro combatte. Una lotta “di gruppo”, un inno alla vita. Continua Cescon: «L'esistenza è come una canzone di Vasco Rossi, stratificata, ricca e mai banale. La facciata è semplice, ma dietro non è così». Viene da chiedersi cosa c'è allora al di là del fondale. «C'è la voglia di trovare una strada per questi ragazzi che si mettono insieme nell'impresa» dice l’attrice «E ci sono le amicizie adolescenziali. Pure, belle, durature e sincere, difficili da trovare in altre età della vita».

Straordinarie infine le interpreti femminili. Tra gli adulti, oltre a Michela Cescon, ci sono Carlotta Natoli e Laura Chiatti.

«Donne forti e coraggiose» racconta l'attrice trevigiana «con loro c'è stata, fin da subito, la massima intesa. Il nostro lavoro, per certi versi è come partecipare a una corsa di vela, sembra molto personale e invece è l'equipaggio che deve funzionare per vincere. In “Braccialetti Rossi” direi che la squadra ha funzionato molto bene».

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova