Che fine ha fatto Carnemolla con il Coronavirus? "Niente più applausi, purtroppo"
L'artista di strada che intrattiene le gente a passeggio tra Bo e Pedrocchi: "Il digitale non fa per me, voglio i corpi e le anime delle persone"

PADOVA. Antonio Carnemolla, artista di strada, intrattenitore del fiume di gente che ogni giorno scorre sul listòn tra palazzo del Bo e Pedrocchi, che fine ha fatto con il Coronavirus?
"Al momento sono fermo, devo studiarmela bene questa".
Da quanto tempo è a Padova?
"Da 15 anni ormai, quando sono arrivato ne avevo 24. Sono siciliano. Ma non si è ricordato una delle cose più importanti nella mia biografia".
Quale?
"Sono l'ideatore del festival street show, che si tiene ogni anno a giugno dal 2015 in avanti. Quest'anno, purtroppo, non ci sarà".
Di cosa si tratta precisamente?
"E' un'esibizione degli artisti di strada, tipo i Buskers di Ferrara ma più incentrata sulla giocoleria e sul cabaret".
Quindi sa già che quest'anno salta?
"Il mio problema, che è il problema di tutta la categoria degli artisti di strada, è che noi creiamo assembramento. La gente si ferma e guarda. E questo nel mondo del Coronavirus non può accadere".
Ma si può vivere facendo il suo mestiere?
"Certo, con determinazione si può farcela".
Quanto guadagnava lei al mese?
"Preferisco non rispondere, nel senso che ci sono mesi in cui va meglio e porti a casa 2 mila euro, altri in cui va peggio e non ne prendi nemmeno la metà. Noi abbiamo una cooperativa che ci fa lavorare proponendoci eventi. Poi c'è quello che ognuno di noi fa nella sua vita ordinaria. Io, per esempio, sono sempre tra Bo e Pedrocchi".
Avete individuato una possibile via d'uscita?
"Qualcuno sta ipotizzando di fare spettacoli online ma io non ci credo. Il nostro mestiere nulla c'entra con il digitale. Io credo nei corpi e nell'anima delle persone".
Quindi cosa farà?
"Aspetto che corpi e anime tornino a vedere i miei spettacoli".
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