Chi compra l’oro deve fotografarlo

Stretta sui negozi compro oro in città: ora dovranno fotografare i preziosi che acquistano e mettere i file a disposizione delle forze dell’ordine per eventuali indagini. Così sarà più semplice risalire all’anello e alla collanina rubati in una abitazione e venduti dal ladro, o da un ricettatore al negozio di compro oro. Ieri sera alla Stanga c’è stato un incontro per presentare le novità normative: Angelo D’Ambrosio, dirigente della polizia amminstrativa (la Pasi) ha illustrato tutte le novità ad orefici e titolari di negozi compro oro affiliati all’Upa. Il dirigente ha illustrato come la stessa normativa, già adottata a Treviso ha portato dei risultati apprezzabili in termini investigativi. Sono stati risolti dei casi di furti, visto i monili rubati erano finiti in un negozio che compra gioielli e quindi il negoziante ha fornito alla polizia il nome della persona che li aveva portati per la vendita. Infatti c’è già la regola che il negoziante deve conservare un documento di identificazione del venditore. Ma non c’era per l’appunto nessuna norma che imponesse di fare e conservare la foto del monile. Padova per certi versi anticipa il Ddl 237 che prevede che i negozi di Compro Oro siano tenuti a inviare alle questure di appartenenza, entro le 24 ore dall'acquisto: dati anagrafici e fiscali del venditore con fotocopia del documento; data dell'operazione; foto e descrizione dell'oggetto; copia della ricevuta e modalità di pagamento. Questi accorgimenti sono fondamentali, nell’ottica del legislatore, per contrastare un fenomeno che, come le cronache denunciano da tempo, va di pari passo con il commercio dell'oro usato: quello del riciclaggio di denaro frutto di attività illecite (come lo spaccio di droga). Spesso in passato i compro oro hanno attirato la clientela con prezzi di acquisto superiori a quelli di mercato e, grazie alla connivenza dei cedenti, sostenendo il cosiddetto “costo del riciclaggio”.
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