Chiesti 2 anni per la “figlia” del batterista dei Pooh
VENEZIA. Due anni di reclusione per falso e induzione al falso: è la pena chiesta ieri per Francesca Michelon di Cittadella impegnata in una causa, sostenendo di essere figlia di Stefano D’Orazio dei Pooh. Nel processo penale, non si entra nel merito del fatto se il musicista sia o meno il padre. La vicenda è complicata e l’accusa ha chiesto 2 anni pure per la madre della 34enne, Oriana Bolletta e il marito Diego Michelon. La parte civile vuole un risarcimento di 30 mila euro, da dare in beneficenza: D’Orazio ha rifiutato il test del dna, ma non ha negato ufficialmente la paternità. La difesa ha chiesto l’assoluzione sostenendo la buona fede di tutti. Il falso sarebbe scattato quando Michelon aveva chiesto il disconoscimento della figlia, dichiarando di aver saputo da poco di non essere il padre: per legge aveva tempo 12 mesi. Fatto il test del dna, il Tribunale civile aveva accolto l’atto e Francesca aveva potuto avviare la causa per essere riconosciuta figlia di D’Orazio. Per l’accusa Michelon sapeva da anni la verità e quindi termini scaduti. Per la difesa, il contrario: «Michelon ha creduto per 30 anni fosse figlia sua». Tutto rinviato all’11 ottobre. —
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