Chiude la boutique “Punto B”, tra ultimi saldi e occhi lucidi

Abbassa le saracinesche per sempre il negozio che per ben 47 anni ha fatto la differenza nel mondo padovano dell’abbigliamento da donna.  
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CHIUSURA NEGOZIO PUNTO B. CRISTINA GARBIN
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - CHIUSURA NEGOZIO PUNTO B. CRISTINA GARBIN

PADOVA. Per ben 47 anni ha fatto la differenza nel mondo padovano dell’abbigliamento da donna. Perché se la maggior parte dei negozi e boutique la moda la vendono, il Punto B (prima Bingo) in piazza dei Signori, la moda l’ha fatta e dettata. Con la passione, la fantasia e la puntigliosità della titolare Cristina Garbin, la cui zia era la Beltratti, dell’omonima storica sartoria in via del Santo.

Va da sé con tristezza ma anche con un po’ di sollievo («arriva il momento in cui bisogna mollare, dopo 47 anni di lavoro anche la Fornero potrebbe essere contenta») Cristina chiude il Punto B e se ne va in pensione. Saldi estivi e invernali fino al 30 agosto e poi quel piccolo negozio sotto i portici che ha vestito mezza femminile Padova, dove si comperava ma anche si chiacchierava, si ascoltava, dove la titolare faceva rete tra le clienti, dove nascevano amicizie e se avevi la giornata storta c’erano orecchie gentili a raccogliere sfoghi e confidenze, abbassa definitivamente la saracinesca.

Cominciò, Cristina Garbin, a 18 anni aprendo la sua boutique in via Barbarigo all’epoca delle minigonne di Mary Quant; poi si spostò in piazza dei Signori a fianco della Gran Guardia e una decina d’anni fa si trasferì pochi metri più in là, sotto i portici. Ha sempre disegnato lei i modelli, cercato le stoffe e cercato i laboratori dove farli confezionare («al 90 per cento in Italia») mentre per acquistare moda confezionata se ne andava in Francia o Olanda.

Risultato, le “storiche” giacchine a trapezio in felpa con i grandi bottoni uno diverso dall’altro, un marchio di fabbrica del Punto B; i pantaloni a sigaretta e sopra la caviglia sempre con i bottoni diversi in fondo; e poi le maglie, quelle cadenti e larghe con furba discrezione, sapientemente costruite per mimetizzare taglie giunoniche e quelle con intarsi, colletti, collettini, paillettes, originali vezzosità ma sempre fuor di banalità; gli abiti, i piumini e il resto.

«Chiudo perché sono stanca» spiega Cristina Garbin «ma voglio anche dire anche che in Italia non si può lavorare. Basta guardare quanti e quanti negozi chiudono. Io ho una micro impresa e mi sono trovata a lavorare solo per ingrassare uno Stato assolutamente troppo esoso e le banche. Adesso basta, sono veramente stanca».

E’ una donna tosta, Cristina, ora si prenderà sei mesi di “vacanza” e poi vedrà che fare. E intanto al Punto B è un quotidiano via vai di generazioni di clienti: d’accordo per i saldi, ma soprattutto per i saluti. Qualche volta con gli occhi lucidi.
 

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