Claudio non ha dubbi «Marcolongo libero purchè mi infanghi»

Il sindaco di Abano prende la distanze dall’ex assessore «Se doveva portare i soldi a me la Finanza poteva seguirlo»
Di Federico Franchin
BELLUCO - FOTO PIRAN - ABANO TERME - INAUGURAZIONE MONTIRONE
BELLUCO - FOTO PIRAN - ABANO TERME - INAUGURAZIONE MONTIRONE

ABANO TERME. «È incredibile. Al ladro preso con le mani nella marmellata è stata concessa la libertà purchè infangasse Luca Claudio». Commenta così il sindaco di Abano il patteggiamento di un anno e cinque mesi di carcere concesso dai giudici all’ex assessore all’Ambiente del Comune di Montegrotto. Marcolongo, beccato dalla Guardia di Finanza mentre intascava una tangente da mille euro dal vivaista Tomasini, s’è visto sospendere la pena, perché secondo il Gup Cristina Cavaggion la collaborazione è stata piena e totale. Lo stesso Ivano Marcolongo ha tirato in mezzo l’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin e il primo cittadino di Abano Luca Claudio, che sarebbero gli orchestratori del presunto “metodo 10%” sugli appalti pubblici dei due comuni. «Sottolineo come Marcolongo non sia mai stato un uomo di mia fiducia», osserva Claudio. «Non gli avrei dato neanche cinque euro per andare a fare la spesa. È una persona debole, che è stata presa in flagranza ed è stata lasciata libera purchè mi diffamasse». Claudio è convinto si tratti di un complotto. «Se io prendevo soldi da Marcolongo, perché la Guardia di Finanza non ha aspettato che l’ex assessore me li portasse per incastrarmi e beccarmi in flagranza di reato? Posso solo dire che non è mai stato così. Mi avesse portato dei soldi io gli avrei detto “non ti azzardare, cosa vuoi…”. Messa così la confessione di Marcolongo pare quella di un pentito di mafia, però è un accordo per mettermi alla gogna».

Il sindaco di Abano spara a zero contro l’ex amministratore sampietrino. «Marcolongo è un vigliacco. Pare sia scoppiato a piangere come un bambino, ma si tratta di lacrime di coccodrillo. Nei prossimi giorni vedrò il mio legale, l’avvocato Ferdinando Bonon, e mi farò raccontare da lui i dettagli di questa presunta confessione». Nella vicenda giudiziaria che vede coinvolto Luca Claudio, assieme all’ex sindaco di Montegrotto Massimo Bordin, per un presunto giro di tangenti, pare essersi defilato proprio l’ex primo cittadino sampietrino, dimessosi lo scorso 20 aprile in fretta e furia dopo l’avviso di garanzia che l’ha raggiunto con le accuse di concussione e turbativa d’asta. Dimissioni alle quali hanno fatto seguito quelle della giunta e dei consiglieri di maggioranza del comune sampietrino.

«Massimo Bordin è sparito», osserva con amarezza Luca Claudio. «Lo ha fatto come sindaco, ma anche come uomo, come amico. L’amarezza è tanta, anche perché in questo momento Massimo non è qui con me a lottare e a difendersi. Qualcuno mi ha raccontato di averlo visto qualche giorno fa al Galbigar di Abano assieme al capo dell’Ufficio Tecnico di Montegrotto Patrizio Greggio».

Sono tanti i pensieri che frullano nella testa del sindaco. “C’è chi sospetta che Massimo Bordin possa essersi messo al riparo, gettando di fatto l’intera croce addosso a me», riflette il sindaco di Abano. «In una situazione così non c’è più da stupirsi di nulla. Io però non credo che Massimo possa farmi del male. Mi manca la sua presenza e mi sarebbe piaciuto affrontare la questione assieme a lui. Non capisco come Marcolongo abbia potuto collaborare su Abano, dove non mi risulta abbia mai ricoperto alcun ruolo», aggiunge Claudio. «A Montegrotto quando ero sindaco i rapporti tra me e Marcolongo non sono mai stati buoni. Ha fatto l'assessore con me per accordi politici e ha gestito sempre in autonomia la sua delega. Non era un mio uomo di fiducia, non avrei scelto lui come portavoce. Il nostro modo di fare politica è molto diverso, direi opposto. Marcolongo era notoriamente contro di me. A Montegrotto i miei rapporti con lui si limitavano a mera azione amministrativa, ad Abano non l'ho mai visto, nè sentito».

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