Cocaina, Bergo rischia il processo

Si avvia a conclusione l'inchiesta sul traffico di cocaina che ha coinvolto l'avvocato padovano Davide Bergo, 46 di Padova, e l'attore Max Mario Parodi, 44 di Genova, insieme a due tunisini. Il pm Benedetto Roberti ha formalmente chiuso l'indagine, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio. Sarà il gip a decidere se confermare o meno il processo a carico degli imputati. Dal 15 maggio scorso l'avvocato Bergo, 46 anni, residente in via Euganea e temporaneamente sospeso in via cautelare dall'esercizio della professione forense, si trova agli arresti domiciliari. Una misura confermata dal gip Mariella Fino che aveva respinto la scarcerazione di fronte “a un quadro indiziario non mutato in senso favorevole all'imputato... (Bergo) ha dichiarato che gli acquisti di cocaina erano destinati a uso personale e che i suoi ospiti acquistavano la sostanza dal pusher che portava la droga a casa sua, ma tale asserzione» rileva, «è smentita dalle puntuali dichiarazioni di tutti coloro che hanno detto di aver ricevuto direttamente da Bergo la sostanza...». Da un altro procedimento era emerso che il legale acquistava cocaina, quasi quotidianamente, da una coppia di tunisini e la vendeva (o cedeva) in occasioni di feste e incontri con amici. Un giro di feste a volte molto particolari: «Siccome ho un ragazzino che mi viene a trovare stasera... Vorrei un po'... Hai capito...» aveva chiesto il 26 giugno 2011 a un fornitore al telefono. Bergo si era pure recato in un notissimo hotel di Castelfranco per garantire qualche dose di cocaina al rampollo di una famosa famiglia del mondo dello spettacolo, mentre in occasione di un suo viaggio a Roma era stato “rifornito” dall'amico Max Parodi.(cri.gen.)
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