Codevigo: la strage e tre film nel cassetto

Il Comune patrocina la coppia Belluco-Fortuna, no agli altri progetti
CODEVIGO. Gerardo Fontana è stato sindaco di Codevigo per nove anni, dal 1995 al 2004. C’è chi giura che l’idea di un film sulla strage di Codevigo l’ha sempre avuta: il “suo” film, visto che di lavoro fa lo sceneggiatore e anche il regista. Un interesse cinematografico, più che storico. Altrimenti, perché non si è mai interessato, da primo cittadino, di salvare tutto l’archivio comunale, che conteneva documenti anche sulla strage, e che è stato trovato abbandonato in sacchi neri della spazzatura nel 2007? Un lungo sogno, quello del film: addirittura annunciato al pubblico sei anni fa, con la benedizione, l’appoggio e la presenza di Filippo Ascierto, allora deputao di Alleanza nazionale, oggi Pdl. Un sogno che oggi si sta avverando, adesso che non è più sindaco ma siede sui banchi dell’opposizione. Il che non gli impedisce, come componente della Commissione Cultura, di dare man forte al sindaco Graziano Bacco, Pdl, quando questi si oppone alla pubblicazione del volume dello storico Lino Scalco sulla storia di Codevigo (1866-1966).


Lì dentro un intero capitolo è dedicato alla strage che dal 29 aprile al 15 maggio 1945 portò all’uccisione di 136 persone. Autori i partigiani della brigata garibaldina comandata da Bulow, cioè Arrigo Boldrini, e forse anche da militari della divisione Cremona, reparto ricostituito del Regio Esercito aggregato all’VIII armata britannica. E dentro a quel capitolo, Scalco ha allegato 55 testimonianze raccolte tra superstiti e testimoni: sono queste interviste che danno fastidio, censurate dalla giunta di Codevigo, con il parere favorevole di Gerardo Fontana. Ma come? Proprio lui che sulla strage vuole fare il “suo” film, non avrebbe interesse che sulla vicenda si sapesse meglio e di più? Macchè: divieto di pubblicazione delle testimonianze e “ritocco” anche della parte in cui Scalco sostiene che i fascisti uccisi non possono essere definiti tout court «vittime innocenti».


Questo giornale ha pubblicato il 10 luglio scorso le motivazioni addotte da Gerardo Fontana. Il quale però non ha raccontato che aveva un debito di riconoscenza nei confronti del sindaco, sulla carta suo avversario (?) politico: infatti il 10 gennaio 2011 la giunta comunale di Codevigo ha concesso il proprio patrocinio e l’uso del logo municipale «al progetto di realizzazione di un lungometraggio attinente la storia del territorio di Codevigo». Che si chiamerà Il segreto: forse per questo Fontana non ha detto nulla. Una decisione presa in tre giorni. Infatti il richiedente, il regista Antonello Belluco, ha protocollato la sua domanda il 7 gennaio. Neanche il tempo che si asciugasse il timbro e il comune ha detto sì: sì alla concessione del patrocinio e all’uso del logo, sì all’eventuale sostegno logistico durante le riprese, con la presenza e l’aiuto della polizia municipale e della Protezione Civile. E questo «per l’interesse culturale e storico del progetto». Questa rapida decisione avviene nei giorni in cui le bozze del libro di Scalco sono in mano alla Commissione Cultura e sta maturando la decisione di amputare i capitoli quattro e sei. Ci si chiede incuriositi come mai il sindaco e la giunta non abbiano chiesto, nella loro preoccupazione di tutelare «l’ordine pubblico», di leggere almeno la sceneggiatura del futuro film. Ma forse la miglior garanzia, dal loro punto di vista, è che il regista sia Antonello Belluco. Il quale, oltre ad un discreto curriculum nel mondo della comunicazione, degli spot, dei cortometraggi e del cinema, è stato anche un iscritto ad Alleanza nazionale e annovera tra i suoi fan più convinti il deputato Pdl (ex An) Ascierto.


Insomma, nessun pericolo sul “taglio” riservato alla strage di Codevigo. Potrebbe forse stupire l’abbinata Fontana-Belluco, ma di fronte ad un sogno che si realizza evidentemente cade ogni pregiudiziale. Alla giunta di Codevigo è bastato uno script di quindici righe per entusiasmarsi: quelle righe in cui Belluco spiega come sarà il film. «Non ci interessa addentrarci in una rievocazione dell’eccidio di Codevigo. Né quindi mettere visivamente in primo piano la violenza che pure ci fu. La storia è invece focalizzata sulle vicende di una famiglia di piccoli proprietari terrieri di Codevigo, i Martin (è un cognome molto frequente a Codevigo, ma qui è di pura finzione) investita dalla violenza improvvisa della Storia. E’ questo il vero tema. Una storia quindi di povera gente veneta che cerca di mantenere la sua dignità di fronte all’impazzire di ogni valore. E’ quindi un racconto di sentimenti positivi, di coraggio e, sul versante più intimistico, della emblematica difficoltà di amare per un’adolescente posta di fronte a fatti più grandi di lei. Il secondo aspetto è che, attraverso la storia di questa famiglia veneta, verrà rievocato il modo di vivere e soprattutto la lingua di quegli anni che nel tempo è andata dispersa. I personaggi parleranno quindi in lingua veneta». Convinta subito, la giunta, anche perché Antonello Belluco assicura che il film verrà girato in parte a Codevigo, che produzione e troupe sono veneti, così come sarà veneta la preproduzione e la post produzione. Anche gli attori principali sono veneti e «ci avvarremo anche di comparse, parlanti e no, di gente del posto». Prodotto da Anghelos Film, verrà girato in primavera. Il casting è già cominciato, con qualche difficoltà: le ragazze aspiranti al ruolo della protagonista Italia Martin, il dialetto non lo sanno proprio... Ma insomma, una manna per questo paesino dove in genere non succede quasi nulla, se non le “grane” derivate da quella lontana strage...


Di più, Belluco annuncia che chiederà, con Gerardo Fontana, il sostegno finanziario della Regione nella prossima Film Commission, oltre ad altri finanziamenti a livello nazionale, Ministero per i Beni Culturali e Rai. Un progetto ambizioso, forse un grande film: come tirarsi indietro? Ma, se la strage resta lo sfondo del racconto, come si sono dissolti in un batter di ciglia i «motivi di ordine pubblico» addotti come giustificazione per censurare le testimonianze? Un film può avere un impatto mediatico ed emotivo ben superiore a qualche pagina di libro, che bisogna proprio andarsela a cercare. Resta il fatto che patrocinio, logo, vigili e protezione civile sono stati gioisamente concessi, e all’unanimità. La strage turba ancora? Ma questa è una storia d’amore....


D’altro lato è totalmente assente la sensibilità e l’attenzione per la storia della propria gente. Da parte del Comune, abbiamo visto come. Da parte degli aspiranti film makers non pare ci sia stato un fervore indirizzato alla consultazione di fonti, raccolta di documenti, eccetera. Forse perché «non interessa addentrarci nella ricostruzione dell’eccidio». Qualcun altro l’aveva fatto. Ma il Comune, nella persona del sindaco Graziano Bacco, a lui ha detto no. Eppure, si trattava di un altro film.

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