Coldiretti: è allarme nutrie nella Bassa padovana, a rischio argini e agricoltura

PIOVE DI SACCO. «È a rischio l’assetto idrogeologico dell’intero territorio Padovano».
Coldiretti Padova torna sulla problematica relativa alla presenza delle nutrie lungo gli argini dei fiumi e invoca nuovi strumenti e risorse per il piano di controllo di questa specie di mammifero roditore. «Rive che franano, argini che cedono e fossati come colabrodo» spiega Coldiretti «con gli operatori agricoli esposti sempre più a incidenti durante le fasi di lavorazione in campagna a causa del proliferare delle nutrie. Il rischio non è solo per gli agricoltori ma anche i cittadini possono incorrere nei pericoli di sicurezza provocati dalla presenza incontrollata di questa specie nociva. L’allarme per l’aumento esponenziale di questi animali è dimostrato anche dalle segnalazioni di cedimenti strutturali in prossimità dei fossi di privati che devono comunque rimediare al dissesto».

Il problema è particolarmente sentito in buona parte del territorio provinciale, soprattutto nelle zone vicine ai corsi d’acqua, in buona parte della Bassa Padovana, dal Piovese al Montagnanese. «Le nutrie» ricorda Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova «scavano lunghe gallerie che indeboliscono gli argini e le rive dei fossati, aprendo delle frane che possono rivelarsi particolarmente pericolose. A questo si aggiungono i danni alle coltivazioni, a partire da mais, grano e barbabietole, presenti in gran parte del territorio Padovano. Riceviamo numerose segnalazioni dai nostri agricoltori, preoccupati per l’impatto delle nutrie sulle loro coltivazioni ma anche per le conseguenze sulla loro sicurezza».
L’eradicazione delle nutrie in Veneto è regolamentata da un piano triennale di contenimento che, visto i risultati raggiungi, va aggiornato rendendolo più efficace attraverso l’uso di tecnologie d’avanguardia per individuare i siti di insediamento del roditore, integrato con incentivi ad hoc per sostenere le azioni di abbattimento e di smaltimento delle carcasse e per attivare moderni strumenti che, in tempo reale, favoriscano la mappatura della presenza delle nutrie. Ai danni alle colture in campo come mais, barbabietole e grano di cui il roditore è ghiotto, si aggiungono i costi supplementari per gli interventi straordinari di manutenzione a carico dei Consorzi di Bonifica. Questa situazione, se trascurata, può solo degenerare ulteriormente. Secondo Coldiretti la Regione dovrebbe impegnarsi da subito, prevedendo nuove metodologie applicate alla prospettiva di una programmazione di cinque anni, con soluzioni all’altezza delle richieste di sicurezza manifestate non solo dal mondo dell’agricoltura ma dall’intera collettività. —
Alessandro Cesarato
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