Colpita da ictus a 98 anni troppo vecchia per curarla

Troppo anziano per essere curato: una sentenza che si abbatte su molti pazienti e sulle loro famiglie e che è tipica di realtà in cui la vita media si è fortemente allungata. Negli ultimi giorni, la frase è arrivata alle orecchie dei familiari di una donna di Padova di 98 anni: la nipote ha denunciato il caso su Facebook ricevendo moltissimo sostegno. Il caso è dunque quello di un’anziana, ricoverata la settimana scorsa: i suoi 98 anni sono ben portati, lei è lucida e sana. Pur, naturalmente, con qualche acciacco dell’età. Sabato mattina l'anziana si sente male: a capire che la situazione poteva essere grave è la nipote, che la soccorre, chiama l’ambulanza e sale con lei accompagnandola fino all’ospedale. La ragazza, che è volontaria della Croce Verde, riconosce i sintomi di un ictus: «I parametri però erano buoni» racconta «nonostante tutto aveva la lucidità sufficiente per chiamarmi per nome e sorridermi». La signora viene onsiderata in pericolo di vita, ricoverata d’urgenza al Policlinico, reparto di Medicina Generale. I medici, confermano che si tratta di ictus: una delle cause più frequenti per cui gli anziani arrivano in ospedale. C'è un protocollo di cura da seguire, ma in questo caso non si può: la signora, dicono i dottori, è troppo anziana e i danni al suo corpo già fragile sarebbero certamente maggiori dei benefici. L'unica cosa da fare, quindi, è aspettare senza intervenire. In più, si lascia intendere che la signora sarà spostata a breve in una struttura intermedia. La famiglia, com’è facile immaginare, è tutta scossa dalla brutta notizia, e in particolare la nipote, che si sfoga su Facebook: «Mia nonna in ospedale non c’era mai stata. Ha sempre pagato le tasse, senza mai usufruire del servizio. Ed ora, nel momento del più totale bisogno, dopo aver solo dato per quasi un secolo di vita, risulta “da protocollo, troppo anziana”». Immediate le reazioni di molti amici, che esprimono sostegno e raccontano storie simili, di altri nonni e parenti ricoverati per poi risultare semplicemente «troppo anziani» per le cure. «Ho ben presente il caso» commenta il primario del reparto, dottoressa Giovannella Baggio, «Il suo corpo è troppo fragile per subire un intervento come quello di cui avrebbe bisogno: possiamo solo fare in modo che soffra il meno possibile».
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