Com’era la Bassa Padovana alla fine della Serenissima

ESTE. Esce in libreria “Atlante storico della Bassa Padovana, l’Ottocento”, un interessante volume dedicato alla storia della Bassa Padovana e curato dal professor Francesco Selmin. Il libro, edito da Cierre edizioni, contiene saggi di Franco De Checchi, Liviana Gazzetta, Davide Gobbo, Cristina Morandi, Silvia Piovan, Francesco Selmin, Mauro Vigato. La pubblicazione nasce con l’idea di raccontare “cos’è” la Bassa Padovana, tracciando una “carta di identità” di questa particolare area a sud di Padova. Dal Montagnanese al Conselvano, passando per l’Estense e il Monselicense, il primo volume dell’Atlante traccia l’evoluzione storica della bassa pianura padovana dal tramonto della dominazione veneziana, la fine del Settecento, all’alba del Novecento. Tra le particolarità della Bassa la presenza di grandi tenute agricole, che i nuovi borghesi comprano dall’aristocrazia in declino e amministrano con paternalismo autoritario ricorrendo allo sfruttamento dei braccianti avventizi. Nelle miserabili condizioni delle grandi masse bracciantili affonda le sue radici quell’illegalità diffusa che tocca l’apice dopo la rivoluzione del ’48. Il tutto mentre all’arretratezza delle campagne si contrappone una relativa vivacità delle tre città murate, dove emerge a fatica un ceto borghese che si fa promotore di iniziative di modernizzazione: promuovendo l’istruzione, istituendo gabinetti di lettura e musei, avviando attività industriali, favorendo l’attività teatrale, fondando giornali e dando vita a un diffuso associazionismo. Alla rigorosa indagine storiografica si affiancano l’impostazione divulgativa e un ricco apparato iconografico. In appendice un dizionario biografico su personaggi che hanno lasciato tracce profonde nella storia della Bassa. (f.se.)
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