Commercio, il Tar boccia il piano Bitonci

Il Tar boccia il piano del Commercio di Massimo Bitonci e Padova rimane senza una programmazione sulle nuove aperture di centri commerciali. C’è il via libera dei giudici amministrativi alla realizzazione di due grandi negozi Conforama e BricoMan in via del Progresso in zona industriale. E ci sono altre venti società intenzionate a realizzare maxi-strutture commerciali che adesso si trovano la strada spianata. Anche perché il commissario Michele Penta non potrà fare atti di programmazione urbanistica ma solo esaminare caso per caso.
Il banale errore. Il Tar ha dichiarato illegittimo (e quindi annullato) il «Piano del Commercio al dettaglio su area privata», cioè la «pianificazione locale delle medie e grandi strutture di vendita». Un atto approvato nel marzo 2015 dalla giunta Bitonci. Ed è proprio questo il madornale errore che ha portato alla decisione: «Il piano non poteva essere approvato dalla giunta – sottolineano i giudici del Tar nella sentenza depositata giovedì scorso – La funzione di programmazione è infatti devoluta al consiglio comunale, organo rappresentativo anche delle minoranze».
Un errore che chiama in causa anche il segretario generale Lorenzo Traina (rimasto al suo posto anche con l’attuale commissario) che assiste e verifica ogni seduta di giunta. Ma la svista chiama in causa soprattutto sull’ex sindaco leghista Bitonci che con la sua decennale esperienza di amministratore non poteva non sapere che un atto di programmazione urbanistica ha la necessità di un’approvazione anche da parte del consiglio.
Limiti e programmazione. Ma se la questione di metodo è stata determinante per l’annullamento della decisione del Comune, i giudici del Tar hanno voluto fissare anche dei criteri chiari dal punto di vista del merito. Una sentenza è storica, anche perché è la prima in Veneto sulla pianificazione commerciale dopo l’entrata in vigore della legge regionale e soprattutto dopo la direttiva europea Bolkestein e la liberalizzazione del commercio voluta dal governo Monti.
Il piano del Comune infatti fissava in 14 le grandi strutture di vendita previste a Padova. Ma i giudici amministrativi hanno chiarito che se da un lato è legittimo mettere dei limiti per «motivi imperativi di interesse generale» (come l’ambiente), dall’altro i limiti non possono avere motivi economici e soprattutto non sono ammissibili «i piani commerciali che espressamente sanciscono il contingentamento numerico delle attività economiche ma anche gli atti di programmazione che impongono “limiti territoriali” al loro insediamento».
«Si possono introdurre limitazioni ma solo se rispondono a esigenze oggettive e proporzionate – spiega l’avvocato Guido Zago, dello studio di Vittorio Domenichelli, che ha seguito il procedimento per conto della San Marco Finanziaria spa, la società che vuole realizzare i due negozi in zona industriale.
Il vuoto normativo. L’annullamento del Piano del commercio non dà solo il via libera a BricoMan e Conforama, ma ci sono altre 20 società la cui richiesta era stata respinta con quell’atto. Dalle Accierie Venete alla So.Im.Cos, dalla Ifip a Fratelli Lando, dalla Parfin alla Direzionale Est (che chiedeva lo spostamento del Decathlon). Potranno ora vedere riconsiderate le loro richieste.
Parco commerciale al Pedro. Nel Piano del Commercio inoltre era stato deciso anche l’inserimento di una grande struttura di vendita (parco commerciale) nell’area Borgomagno e precisamente negli spazi oggi occupati dal centro sociale Pedro e dall’associazione Mappaluna. Si trattava della “potenzialità” urbanistica traslata dall’area di San Lazzaro dove l’ex amministrazione avrebbe voluto realizzare il nuovo ospedale. L’annullamento del piano potrebbe far automaticamente decadere anche questa previsione urbanistica.
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