Compiti, responsabilità e stipendi dei super direttori dei musei

Riappropriarsi dei progetti scientifici, modernizzare le strutture completandole con bookshop, ristoranti, caffetterie e tutto quello che serve a rendere piacevole la visita, lavorare in squadra. Parte da qui, ha annunciato il ministro Franceschini, la complicata mission dei nuovi 20 direttori dei musei pubblici più importanti d’Italia, tra i quali le Gallerie dell’Accademia di Venezia, che saranno dirette da Paola Marini. Una semplificazione efficace che riassume in realtà una completa rifondazione degli istituti museali diventati autonomi.
La sfida più grande lanciata ai 20 nuovi direttori sarà quella di gestire l’intera macchina, occupandosi di tutto, dalla ricerca al progetto delle mostre, dai prestiti delle opere fino agli orari di apertura e ai prezzi dei biglietti. Senza contare che, per la prima volta nella storia d’Italia, questi musei, come istituti, godranno di una autonomia contabile: avranno ognuno un proprio Iban; il che faciliterà non poco la gestione contabile.
Un compito e una responsabilità importanti, che comunque non dovranno svolgere da soli. Perché accanto ad ognuno di loro, il decreto Musei approvato in dicembre prevede un Cda e un Comitato Scientifico di cinque membri ciascuno, entrambi presieduti dal direttore e composti da esperti di chiara fama nel settore del patrimonio culturale. In pratica, ogni direttore verrà affiancato da otto super esperti che dovranno aiutarlo nei compiti fondamentali. Si partirà subito con le procedure per designarli. E mentre la struttura centrale del Mibact sta lavorando per mettere a punto in tempi record un modello di bilancio che sia uguale per tutti, le date di ingresso dei nuovi direttori nei musei saranno diverse caso per caso, la maggior parte già a settembre, altri a ottobre o novembre, ma tutti comunque entro l’anno.
Cambia sensibilmente, a fronte di compiti molto più impegnativi, anche la retribuzione, anche se in questo c’è una netta divisione tra i sette musei considerati di prima fascia (tra questi l’Accademia, gli Uffizi, La reggia di Caserta) e i 13 di seconda fascia. Per i direttori della prima fascia lo stipendio sarà di circa seimila euro netti al mese a cui si aggiungono 30 mila euro l’anno netti di retribuzione di risultato, in totale circa novemila euro al mese. Per gli altri invece si scende a 3.100 euro al mese con una indennità di risultato di 14 mila euro l’anno, a conti fatti intorno ai quattromila euro al mese. I direttori potranno rimanere in carica per quattro anni; la legge non sembra oggi prevedere il rinnovo.
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