Compra una bottiglia e il tappo è forato allarme Acquabomber

Un uomo di Adria l’altro ieri ha telefonato alla polizia dando un allarme che non si sentiva da tempo ma che suscita sempre una certa apprensione. Aveva acquistato infatti una cassa d’acqua in un...

Un uomo di Adria l’altro ieri ha telefonato alla polizia dando un allarme che non si sentiva da tempo ma che suscita sempre una certa apprensione. Aveva acquistato infatti una cassa d’acqua in un supermercato alla periferia di Padova e si è accorto che il tappo di una bottiglia aveva un foro. Memore dell’allarme che si diffuse un po’ in tutto il Veneto dal 2003 in poi non ci ha pensato due volte prima di telefonare al 113. E la polizia ha sequestrato la bottiglia.

Saranno effettuate analisi di laboratorio, per capire se dentro la bottiglia ci sono altre sostanze, magari tossiche, o comunque nocive per l’uomo.

“Acquabomber” è il nomignolo affibbiato a questo fenomeno, richiamando la memoria al bombarolo che ha terrorizzato il Nordest. Qui le esplosioni non c’entrano ma la situazione non è meno preoccupante. C’era infatti chi si aggirava nei supermercati con siringhe piene di sostanze tossiche che poi venivano iniettate nelle bottiglie di plastica. C’è chi è finito in ospedale con la gola arrossata, chi è rimasto ricoverato per giorni, chi ha dovuto praticare interventi anche invasivi per limitare i danni. Le forze dell’ordine hanno raccolto le denunce che venivano dai vari territori, la Marca trevigiana su tutti, ma anche Padova e la sua provincia, e hanno cercato di indagare senza però trovare mai un vero responsabile per queste scorribande.

A sei anni di distanza dall’ultimo episodio, registrato a Abano nel 2012, torna quindi l’allarme. L’uomo che ha denunciato si è accorto subito della stranezza e non ha bevuto l’acqua. Ha cercato poi di fare mente locale, riuscendo a ricordare il supermercato in cui aveva comprato la cassa. Inevitabile sarà il sopralluogo anche nel punto vendita, per vedere se altre bottiglie presentano lo stesso foro sul tappo.

In molti casi, quando esplose il problema, le vittime denunciarono forti bruciori alla gola. —

E.FER.

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