Comprano due vitelli e sono accusati di usura il giudice li assolve
cadoneghe
Doveva essere una compravendita di vitelli e si è trasformato invece in un processo per usura. A parti invertite. La storia inizia nel 2016 quando tal Corrado Tosato di Cadoneghe e l’amico Daniele Cacco di Vigonovo (Venezia)incontrano l’allevatore Alessandro Ridolfi per acquistare due vitelli. Corrisposta la somma di denaro, però, dei due animali non c’è traccia. Di fronte alle insistenze di Tosato e Cacco per avere i vitelli pagati, Ridolfi si inventa di andare a sporgere denuncia, accusandoli di usura. Esibisce ai carabinieri la scrittura privata firmata da tutti e tre nella quale si legge che Cacco gli ha consegnato mille euro in assegno e Tosato 900 in contanti.
Ma Ridolfi dichiara ai carabinieri di avere avuto solo l’assegno come prestito per l’acquisto del fieno da dar da mangiare alle sue mucche, e che i 900 euro in realtà altro non sarebbero che un interesse esorbitante chiesto dai due aguzzini. I carabinieri indagano e scoprono che Ridolfi uno stinco di santo proprio non è. Ha una condanna per un prestito di 50 mila euro non restituito e altre querele per insolvenza. Nella denuncia raccolta in caserma a Cadoneghe viene definito “non attendibile”. Tant’è.
Si arriva in tribunale: il confronto fra le parti conferma la versione degli imputati, difesi dall’avvocato Andrea Levorato. Hanno pagato per avere due vitelli che non sono stati loro consegnati. Nessuna usura, le vere vittime sono loro. Il pm Marco Peraro chiede l’assoluzione. E ieri il giudice ha di fatto accolto la richiesta. Tosato e Cacco sono stati assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste. —
Elena Livieri
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