Con il tiramisù della mamma ha preso per la gola Nibali La stima dei ciclisti per Laura

il personaggio Ha convinto il campione Vincenzo Nibali a mangiare il tiramisù della sua mamma: meno mascarpone a favore della ricotta e più leggerezza assicurata. Una ricetta della provincia di...

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Ha convinto il campione Vincenzo Nibali a mangiare il tiramisù della sua mamma: meno mascarpone a favore della ricotta e più leggerezza assicurata. Una ricetta della provincia di Treviso che adesso è un must per tutti i ciclisti della Bahrain Merida che oggi concludono il Tour de France. Lei è Laura Martinelli, 31 anni, trevigiana di Paese, dietista sportiva laureata a Padova nel 2009 e specializzata a Leeds. «Ho iniziato a lavorare nel ciclismo grazie alla Iam Cycling, una formazione svizzera che poi ha chiuso», racconta Laura. «Non avevo né conoscenze né raccomandazioni. Ho inviato il curriculum, sono stata chiamata e dopo quattro colloqui sono stata assunta».



«Non sono mai salita su una bici da corsa, ma a casa mia è uno sport molto seguito. E poi sono sempre stata una sportiva, infatti nella libera professione (www. centrosportscience. it) seguo anche gli atleti di triathlon, podismo, pesi, nuoto, più di rado calciatori e giocatori di basket».



Il passaggio alla squadra di primo livello avviene nel 2017. Il primo anno è stato impegnativo: «Una donna giovane, in mezzo agli uomini, con idee fuori dalla tradizione...», sorride la specialista, «ho dovuto dimostrare tanto. Ho sperimentato liberamente le mie idee, come il tiramisù di Rosella, la mia mamm. All’inizio erano tutti scettici, soprattutto gli atleti, non credevano sarebbe stato buono come quello normale. Poi l’ha mangiato Vincenzo alla vigilia della Milano-San Remo che ha vinto e adesso lo vogliono tutti. Per un ciclista ogni pasto dev’essere bilanciato: si privilegiano riso bollito e pasta, porridge e omelette e in generale piccole porzioni di tutto. A Nibali piace tanto pasta, pomodorini e mozzarelline: la mangia dopo tutte le tappe».



Ma sono anche giovani e qualche volta “sgarrano”: «Le regole vanno seguite, ma concedersi un dolce o un hamburger è una buona eccezione per la testa: dopo sono più concentrati».

Il lavoro del nutrizionista inizia a gennaio con la preparazione atletica, poi breve periodo di pausa invernale e sprint nelle settimane di gara. E la famiglia come si concilia? «Grazia ad un marito (Marco) che non sbuffa e a nonni fantastici», assicura Laura che ha due figli, Luca e Vittorio, 6 e 2 anni. «Quando Luca era piccolo, mi seguiva spesso con mio marito e Vittorio è nato on the road, ma con due è più complicato. L’equilibrio va trovato quotidianamente, l’impegno più gravoso è fuori dal calendario scolastico. Ma una mamma soddisfatta è più serena e lo trasmette in famiglia». —

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