Concorsopoli, ecco l'ordinanza con le accuse a Cillo

Falsità materiale di pubblico ufficiale in atti pubblici e abuso d’ufficio: sono questi i due reati di cui viene accusato il professor Umberto Cillo, direttore della Clinica epatobiliare e dei trapianti epatici dell’Azienda ospedaliera-Università di Padova nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati all’Università di Catania. Inchiesta che conta complessivamente 66 indagati, 40 dell’Università catanese - fra cui lo stesso rettore Francesco Basile - e 20 docenti degli atenei di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia, Verona che hanno fatto parte delle commissioni per i concorsi.
le accuse
Il ruolo di Umberto Cillo nella “concorsopoli” catanese viene in rilievo nell’ambito del settore concorsuale Chirurgia generale nel Dipartimento di Chirurgia generale e specialità medico-chirurgiche dell’Università di Catania. I fatti per cui il luminare padovano si trova indagato sono compresi nell’arco temporale che va dal 21 luglio 2017 al 25 gennaio 2018. Di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, Cillo è accusato in concorso con il rettore di Catania Basile, e i colleghi Stefano De Franciscis dell’Università di Catanzaro e Alfredo Guglielmi dell’ateneo di Verona. Secondo le accuse cristallizzate nell’ordinanza dai pm Raffaella Vinciguerra, Marco Bisogni e Santo Distefani - che hanno coordinato le indagini svolte dalla Digos catanese - i quattro attestavano falsamente il verbale numero 1 della commissione selettiva che doveva nominare il professore di prima fascia in Chirurgia generale e nella dichiarazione allegata al verbale sottoscritta proprio da Cillo: in questo documento si attestava che la commissione si era riunita e aveva predeterminato i criteri per la valutazione dei candidati e la presenza nell’Università di Catania dei commissari De Franciscis e Guglielmi e in quella di Padova, collegato in via telematica, di Cillo. La riunione, invece, si sarebbe svolta senza alcun intervento di Cillo, che negli stessi orari della riunione - tra le 12 e le 13.30 - si trovava in sala operatoria. Inoltre la commissione si sarebbe riunita nella stanza del rettore Basile che interveniva direttamente, e senza averne titolo, nella formazione dei criteri. Gli stessi componenti della commissione e il rettore sono accusati anche di abuso d’ufficio. In particolare viene contestato di aver concordato preventivamente con il rettore, prima che fossero valutati i curricula dei candidati, la nomina di Salvatore Gruttadauria. E sarebbe stato lo stesso Basile a rivelare ai componenti della commissione che uno degli altri partecipanti alla selezione era “più avanti” rispetto a Gruttadauria.
le indagini
Il primo contatto ritenuto interessante dagli investigatori risale al 21 luglio 2017, data in cui il rettore Basile e il futuro vincitore del concorso Gruttadauria “decidono a tavolino” i componenti della commissione. È Gruttadauria a dichiarare rispetto ai commissari esterni: «Guglielmi lo conosco e Cillo è un amico...l’importante che lei sia sereno che sono persone che la seguono, che l’ascoltano..nello sviluppo delle cose per me va benissimo». Il 2 ottobre lo stesso Gruttadauria dice a Basile: «Ieri ho incontrato Cillo a Torino...che mi ha detto...mi ha sorriso...mi ha detto so tutto..». C’è poi il verbale galeotto che inguaia il professore padovano: vi si legge, infatti, che la commissione il 17 novembre si è riunita alle 12, con la presenza “telematica” di Cillo in collegamento da Padova e che si è chiusa alle 13.30. Ma quel giorno, in quel lasso di tempo, tra mezzogiorno e le 13.30, il professor Cillo si trovava in sala operatoria a Padova. Secondo l’accusa Cillo non avrebbe mai partecipato ai lavori della commissione.
incredulità
È riduttivo dire che la notizia del coinvolgimento del professor Cillo nell’inchiesta catanese ha destato stupore a Padova e nella comunità scientifica in cui è considerato un luminare nelle più avanzate tecniche di trapianto di fegato. Incredulità e sbigottimento sono palpabili. Mite, umile e totalmente dedito ai suoi pazienti che visita anche a casa e nei giorni di festa, nessuno vuole credere che sia lo stesso Cillo ad essere inciampato in una vicenda tanto brutta. —
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