Confservizi Veneto licenzia il direttore

Licenziato per causa oggettiva. Questa la motivazione della lettera, consegnata lunedì, che chiude dopo oltre 30 anni la relazione tra Confeservizi Veneto e il suo direttore Nicola Mazzonetto. Una vicenda ufficialmente legata a una riforma organizzativa ma dietro la quale sembra nascondersi una rottura del rapporto fiduciario tra i soci e la dirigenza, a seguito dei ritardi della presentazione del bilancio 2018 della Plus Services Srl, braccio operativo dell’ente che raccoglie 23 multiutility e società di trasporto pubblico-private della regione guidato da Massimo Bettarello.
IL CASO
Aziende del calibro di Hera-AcegasApsAmga, Etra, Actv e Gruppo Veritas a Venezia, Piave Servizi a Treviso, Amt e Atv a Verona e così via. Di fatto Plus Service presenterebbe, per il 2018, una perdita pari a 220mila euro circa, dopo anni di esercizi chiusi in positivo. Questo pare sia stato l’elemento scatenante di un’intesa attività di verifica interna sui conti della società. Un capitolo che pare ancora non essere chiuso, ma nel frattempo è scattato il licenziamento in seguito all’eliminazione dallo statuto societario della figura del direttore generale.
Lo scontro
Un escamotage, secondo Mazzonetto, che si dice pronto ad impugnare il provvedimento in sede legale. La decisione, per altro legata alla parziale soddisfazione delle aziende associate in merito alla qualità e quantità dei servizi forniti dall’associazione negli ultimi anni, è maturata dopo alcuni mesi di confronto tra soci sul tema dello stato della gestione della galassia Confservizi Veneto e ratificata da un'assemblea dei soci già a fine di novembre. Dietro a questa operazione però sembra si nascondano altri e più pesanti risvolti. Al vaglio dei soci, attraverso un’ulteriore e più approfondita attività istruttoria, sarebbero alcune spese personali di Mazzonetto oggetto di un’analisi affidata a un consulente esterno. La verifica, oltre a questo filone, ne segue anche un secondo che analizza la gestione complessiva delle attività economiche della struttura e delle sue controllate. Una gestione complicata da un numero non esiguo di cause intentate da dipendenti licenziati e da fornitori di servizi.
la difesa
«L’associazione fattura ogni anno poco più di 500 mila euro annui» sottolinea Mazzonetto, ex direttore di Confeservizi Veneto e amministratore unico di Plus Services «con un utile a fine 2018 di circa 100 mila euro e una prospettiva in positivo anche per il 2019. Plus Services invece per la prima volta in tanti anni ha chiuso il 2018 in rosso di circa 220 mila euro. Un anno sfortunato come ne possono capitare». È proprio a questo risultato che Mazzonnetto attribuisce il proprio licenziamento. «È doloroso vedersi messo da parte a causa di un momento di difficoltà di una società che ho condotto per anni su fatturati che, prima del 2018, oscillavano tra i 500 e i 600mila euro annui» continua. «Complessivamente dalle mie attività portavo in dote oltre un milione di euro ogni anno all’associazione e credo di essermi guadagnato in tutto e per tutto il mio stipendio. Quanto invece alle presunte spese personali ingiustificate, per la quale non ho nulla da temere, non posso che ricordare che una verifica attenta dovrà ricomprendere non solo quanto attribuito a me ma pure un’analisi delle spese di tutta la dirigenza, in particolare del presidente di Confservizi Veneto. È ovvio che una verifica dovrà riguardare tutti e non me soltanto come capro espiatorio designato. Ad ogni modo ritengo illegittimo il mio licenziamento. Sono seguito da un legale per le questioni giuslavoristiche e da altri due per le questioni di natura penale e civile che dovessero nel caso emergere». —
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