Contabilità persa in furti e incendi Finti cantieri dichiarati all’estero

PORDENONE. È destinata ad avere nuovi sviluppi l’indagine della Finanza. Si aprirà anche un filone di verifiche amministrative in base al cui esito la Work ambiente di Fanna potrebbe rischiare o meno la radiazione dal registro regionale delle cooperative. L’ente è già stato oggetto di un’ispezione da parte della direzione centrale delle attività produttive, turismo e cooperazione e risale al 21 gennaio 2017 una diffida. Fra l’altro l’ispettore ha registrato nel verbale come la sede legale della Coop fosse a Fanna mentre fax e numero di telefono sono quelli del Work service group di Padova (come il sito web). L’ispettore ha evidenziato come non fosse documentata nella nota integrativa la condizione di prevalenza con i parametri previsti dal codice civile e come non vi fossero regolamenti interni che disciplinavano alcuni aspetti della vita cooperativa.

contabilità perduta

Ora invece, come ha annunciato il comandante Stefano Commentucci, «la Guardia di finanza provvederà a segnalare la situazione al competente ufficio della Regione, tenutario del registro regionale delle cooperative, per le valutazioni di sua competenza sui requisiti della stessa». Dall’indagine emergono altri particolari. Parte della contabilità di alcune coop cartiere è andata perduta: quella della Cristallo, Obiettivo Uno e Meccano sono sparite insieme con l’auto rubata in cui erano riposte. Quella della Lend service srl è bruciata nel rogo di un’azienda agricola il 30 marzo 2018. Una decina di scatole che contenevano faldoni e risme di carta è stata portata nel dicembre 2017 da un ex amministratore della Lend. L’agricoltore ha riferito che il suo conoscente gli ha chiesto il favore di custodire le carte perché non aveva spazio per tenerle. Tre mesi dopo i documenti sono andati in fumo.

acquisti inesistenti

Nei bilanci della Work ambiente la Finanza ha individuato 5 milioni di euro di fatture false, sui quali il colonnello Commentucci ha fornito elementi integrativi: «Parte di questi erano riconducibili all’acquisto di pale gommate Volvo e Caterpillar, risultati poi inesistenti». Commentucci ha spiegato che di tali mezzi meccanici, da centinaia di migliaia di euro ciascuno, «non si è mai trovata traccia e dai riscontri negli archivi delle case madri, i numeri di serie indicati nella documentazione di acquisto erano erronei o attribuiti ad altre pale gommate, vendute a società negli Usa». Sono state trovate fatture riferite a pagamenti per prestazioni di servizio in cantieri esteri, ritenute dalla Finanza inesistenti: per esempio lavori svolti dalla Meccano alla darsena di San Pietroburgo o altri appalti delle coop in Russia e Serbia. Si preannuncia battaglia al riesame contro i sequestri da parte di Ercolini e Pecorari, quest’ultimo assistito dall’avvocato Ernesto De Toni di Padova. Il collegio presieduto dal giudice Giorgio Cozzarini si è già pronunciato su un primo ricorso, in parte respingendolo, in parte dichiarandolo inammissibile. Venerdì 11 gennaio prossimo round. —

I.P.



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