Contributi, stangata in arrivo

Diventa sempre più caro il contributo economico “volontario” che le famiglie devono mettere nelle casse dell'istituto superiore in cui studiano i figli. Il consiglio d'istituto dello Scalcerle, guidato dal preside Giulio Pavanini, ha già deliberato che, per il prossimo anno scolastico 2015-2016, il contributo, che, poi, tanto volontario non lo è più da anni, passa da 120 a 130 euro. Aumento in vista anche al liceo scientifico statale Ippolito Nievo, coordinato dalla dirigente Maria Grazia Rubini. Si va da 150 a 160 euro. Spiega la preside della storica scuola di via Barbarigo, nel cuore della città: «Solo con un congruo contributo da parte delle famiglie riusciamo ad assicurare agli studenti un Piano dell'Offerta Formativa (Pof ) di alta qualità. Siamo in grado di organizzare numerosi corsi e gli scambi dei ragazzi, che restano all'estero un po’ di tempo per apprendere la lingua e la cultura del Paese visitato». Dello stesso tono il commento di Pavanini: «Senza i soldi aggiuntivi dei genitori non potremmo programmare, ad esempio, il potenziamento delle lingue straniere e non potremmo pagare le ore supplementari d'insegnamento. Purtroppo da Roma arrivano sempre meno risorse». Per il resto delle scuole medie superiori, anche se restano alti e superano tutti la soglia dei 100 euro, i singoli contributi a carico delle famiglie, a partire dal prossimo settembre, saranno gli stessi dell'anno scolastico in corso. Ad esempio si sborseranno ancora 120 euro al liceo scientifico Cornaro (preside Francesco Vezzaro), all'Enrico Fermi (Alberta Angelini), al Bernardi (Luciano Arianna) e al liceo classico Concetto Marchesi (Antonella Visentin) dove però, nell'indirizzo musicale, la somma sale a 130 euro. All'istituto tecnico agrario Duca degli Abruzzi (Anna Bottaro), invece, il contributo è di 125 euro, mentre al liceo artistico Amedeo Modigliani (preside Roberrto Borile) si arriva a 140. Ma la somma più alta richiesta (180 euro) resta quella del liceo classico Tito Livio, guidato dalla dirigente Aurora Scala e dove, nel 1942, si è diplomato anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Da noi il contributo è realmente volontario, ma lo danno, praticamente, tutti perché si rendono conto che, senza i soldi delle famiglie, avremmo pesanti difficoltà a mandare avanti tutta una serie di attività extracurricolari tra cui, ad esempio, la pubblicazione del giornalino interno», dice la preside Scala. Il preside del Bernardi: «A scuola ci sono anche studenti che hanno telefonini e tablet che costano oltre 500 euro», osserva Arianna, «Non credo che erogare 120 euro per far funzionare meglio le attività scolastiche comporti una grande sforzo economico da parte delle famiglie». Totalmente diverso il giudizio dei sindacati di base del settore. «Per noi è una gabella ingiusta», spiega Bepi Zambon, dei Cobas-Scuola, «La famiglia non viene informata che il contributo deve essere effettivamente volontario e che, in base alle normative esistenti, deve valere anche come certificazione fiscale».
Felice Paduano
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