Convive per 3 mesi con il cadavere del fratello maggiore morto in casa

Tre mesi con il fratello morto in casa. Tre mesi e nessuno a cercarlo, nessuno a sentirne la mancanza. Tre mesi senza che nemmeno l’odore di un corpo in putrefazione riuscisse ad allarmare qualcuno.
La Bassa padovana ritorna a raccontare una storia di desolante solitudine e dai contorni macabri: a otto mesi dal ritrovamento dei due cadaveri di anziani – morti da anni – in una legnaia di Sant’Urbano, l’altro pomeriggio in una camera da letto di un casolare di Ospedaletto Euganeo è stato rinvenuto il cadavere di un uomo deceduto da almeno tre mesi.
Il corpo è quello di Silvano Ambrosi, 70 anni, pensionato e celibe che viveva a casa con il fratello. Sì, con il fratello di 55 anni, celibe pure lui, che a distanza di tre mesi non si era ancora accorto della morte del settantenne.
IL RITROVAMENTO
Il corpo privo di vita e in evidente stato di decomposizione di Silvano Ambrosi è stato ritrovato alle 16 di venerdì scorso. I carabinieri del nucleo radiomobile e i vigili del fuoco di Este sono arrivati nell’abitazione di via Boschette 44, tra Ospedaletto Euganeo e Ponso, su richiesta dell’assistente sociale del Comune di Ospedaletto Euganeo. Alcuni residenti di via Boschette avevano contattato gli uffici comunali per segnalare che l’auto di Ambrosi da molte settimane non si muoveva dal cortile di casa. Un’abitudine insolita, se non misteriosa. Quando militari e pompieri sono arrivati al civico 44, in casa non c’era nessuno. Nemmeno G. A. , il fratello di Silvano, che pur vive in quell’abitazione. Una volta entrati in casa, i soccorsi non hanno potuto che incappare nella macabra scoperta: Silvano Ambrosi era morto sul letto della sua camera. Lo era sicuramente da molto tempo, viste le condizioni del cadavere. La scena era tremenda, il puzzo insopportabile. Secondo il medico legale, il 70enne aveva perso la vita – probabilmente per un infarto – almeno tre mesi fa.
FRATELLO IGNARO
Ci è voluto qualche tempo per rintracciare il fratello di Silvano. Quando le autorità hanno comunicato all’uomo la scomparsa dell’anziano fratello, G. A. ha dato chiara prova di non essersi effettivamente reso conto del decesso. «Strano, non mi sono accorto di nessun odore», avrebbe detto ai carabiniere increduli alla scena. Pare impossibile, ma la situazione diventa almeno accettabile se si definiscono i contorni di questa famiglia. Il 55enne, fratello del defunto, è affetto da patologia clinica e ha dato più volte prova di un forte disagio sociale. Lo stesso rapporto tra fratelli – nativi di Cinto Euganeo ma da molto tempo residenti a Ospedaletto Euganeo – era notoriamente burrascoso: anni fa i due erano stati protagonisti di alcuni litigi, anche se ultimamente avevano raggiunto una sorta di “convivenza autonoma”. Stessa casa ma spazi di vita completamente separati, condotte ben distinte e assenza totale di dialogo. Due anni fa per G. A. era stato nominato un amministratore di sostegno e non a caso, venerdì sera, l’uomo è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale “Madre Teresa” di Monselice.
NESSUNA VIOLENZA
L’ipotesi della morte violenta è stata messa da parte sin dalle prime battute. Sul corpo di Ambrosi non c’era alcun segno di violenza e la causa naturale del decesso è stata evidenziata dal medico legale. Non è emerso nemmeno il rischio che effettivamente il fratello potesse essere a conoscenza della morte del parente ma che – come avvenuto per il caso di Sant’Urbano dello scorso maggio – per motivi di convenienza non fosse stata denunciata. Per una pensione, per attingere a dei soldi messi da parte, per qualche eredità, addirittura per un “dispetto” morale verso il fratello o per un’incredibile trascuratezza.
PROBLEMI IGIENICI
La situazione di via Boschette è stata prontamente comunicata sia all’autorità giudiziaria, che si riserverà di compiere eventuali accertamenti sul cadavere di Ambrosi, così come al comune di Ospedaletto Euganeo. Il sindaco Giacomo Scapin, in particolare, è stato attivato per provvedere al grave stato di degrado in cui versa l’abitazione degli Ambrosi. Le condizioni igienico-sanitarie dell’alloggio erano veramente critiche, sia per la scarsa igiene che per l’ingente presenza di rifiuti. Non è escluso che uno dei due fratelli fosse vittima della sindrome “da accumulo”, un disturbo caratterizzato da un bisogno compulsivo di acquisire una notevole quantità di beni, anche di elementi inutili come nel caso della spazzatura. L’abitazione al civico 44 è stata posta sotto sequestro e dovrà essere sottoposta ora a bonifica. ––
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova