Coppie all’anagrafe per diventare single e intascare il reddito di cittadinanza

VILLAFRANCA. Da quando hanno annunciato il Reddito di cittadinanza, in municipio a Villafranca Padovana si assiste a un incremento di separazioni consensuali e di conviventi che dichiarano di non essere una coppia, per avere l’Isee più basso possibile. . Il sindaco Luciano Salvò parla di numeri ancora modesti, ma sottolinea che la “tendenza” è già evidente.
«A segnalarmelo sono stati gli uffici comunali» dichiara il sindaco, «notando un incremento di persone che si recavano in anagrafe a separarsi o a definirsi coinquilini, non conviventi, facendo quindi nucleo familiare a sé. Numeri che in un Comune delle nostre dimensioni, con una popolazione di poco superiore ai diecimila abitanti, sono balzati subito agli occhi».
Falsi “single”. Anche perché qualcuno ammette persino candidamente il motivo per il quale si reca in municipio a dichiararsi “single”.
«Per questioni di Isee, ci dicono» precisa Salvò, che aggiunge. «Insomma, fatta la legge e trovato subito l’inganno». Dal prossimo aprile, per un anno e mezzo, il Governo fornirà la possibilità di avere un reddito minimo a coloro che sono sprovvisti di lavoro e hanno un Isee basso, pochi soldi in banca, nessuna casa di proprietà o un mutuo sulle spalle, «quale misura fondamentale di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale» si legge nel Decreto legge numero 4 pubblicato lunedì scorso in Gazzetta ufficiale.
«Ecco allora che diverse coppie sono passate in municipio a chiedere la separazione consensuale» spiega il primo cittadino di Villafranca Padovana, «che in assenza di figli a carico si può ottenere attraverso l’ufficio di Stato civile del Comune. Ma anche chi, convivente, ci ha dichiarato di non avere con l’altra persona un legame affettivo, bensì solo di coabitare nella medesima casa. Ognuno pertanto costituisce nucleo familiare a sé, l’Isee si abbassa così come lo stato patrimoniale, e si possono ottenere delle agevolazioni, come il nuovo Reddito di cittadinanza».

Impossibile per un Comune rifiutarsi o controllare la veridicità delle affermazioni delle coppie. «È scandaloso» conclude Salvò, «perché a parte le decine di migliaia di aventi davvero diritto, ci saranno coppie magari nelle quali la moglie casalinga, separandosi, potrà accedere al reddito di cittadinanza, pagato dallo Stato. Che si dovrà sobbarcare una spesa inverosimile, rischiando di mandare il Paese in rovina. Invece di aiutare le imprese che, loro sì, danno vero lavoro, si attiva una politica di assistenzialismo che favorirà anche i furbi».
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