Così l’Assunta ritroverà il suo splendore

VENEZIA
Più che un restauro, una manutenzione straordinaria, per la delicatezza dell’opera e la sua importanza. È quella a cui verrà sottoposta - a circa quarant’anni dall’ultimo intervento, eseguito, nel 1974 da Antonio Lazzarin - l’. Assunta del Tiziano, uno dei capolavori assoluti dell’artista, quello della sua definitiva consacrazione e il simbolo, da secoli, della Basilica dei Frari, dove troneggia sull’altare maggiore. Un telero imponente, alto quasi sette metri, per una larghezza di più di tre metri e mezzo, composto di ben ventidue tavole poste orizzontalmente.
L’Assunta ha uno straordinario legame con l'architettura gotica della Basilica e si staglia già in lontananza al termine della prospettiva delle navate con archi ogivali e del coro ligneo intagliato quattrocentesco. E lo squillante rosso della veste della Vergine e di alcune vesti degli apostoli sembra riflettersi nei mattoni delle pareti. Tutto si concentra sul moto ascensionale di Maria, sulla sfolgorante apparizione divina e sullo sconcerto creato da tale visione tra chi è sotto di essa. L'innovazione, rispetto alla pittura sacra veneziana dell'epoca, fu di una tale portata che i committenti rimasero appunto sconcertati. I frati stavano infatti per rifiutarla, se non fosse stato per l'ambasciatore austriaco, emissario dell'imperatore Carlo V, che si offrì di acquistarla, riconoscendone e facendone riconoscere quindi il valore.
Commissionata nel 1516 dal priore del convento francescano dei Frari, l’opera venne issata sull’altare maggiore della Basilica il 19 maggio 1518.
Ora si impone una nuova manutenzione. La superficie dipinta appare, infatti, offuscata da uno strato spesso di depositi incoerenti: oltre alla polvere atmosferica, si è depositata quella proveniente dai lavori in muratura effettuati in prossimità dell’altare. La stratificazione di tali depositi non è omogenea ed è più o meno coerente.
Nella zona inferiore del dipinto, in corrispondenza degli Apostoli, sono stati rilevate anche piccole cadute di colore e aree circoscritte nelle quali non sembra essere più perfettamente efficace l’adesione fra gli strati pittorici. A presentare l’intervento ieri in Basilica è stata la soprintendente del Polo museale veneziano Giovanna Damiani, con monsignor Antonio Meneguolo per la Curia Patriarcale e David Rosand, del Comitato di salvaguardia statunitense Save Venice, che finanzierà l’intervento, che sarà eseguito dai tecnici della Soprintendenza sotto la direzione di Giulio Manieri Elia, con il coordinamento delle indagini diagnostiche di Ornella Salvatori e la direzione tecnica di Gloria Tranquilli.
Una necessaria ispezione ravvicinata - è stato spiegato anche ieri - fornirà maggiori informazioni sia sull’entità che sulla localizzazione dei più preoccupanti fenomeni di degrado. In questa fase di studio e osservazione verrà anche esaminato il supporto ligneo, ora di difficile ispezione per il poco spazio esistente tra retro della pala e organo che vi è posto dietro.
I restauratori si caleranno nell’interstizio per eseguire la manutenzione e per esaminare la condizione generale del retro che nel passato ha sofferto di un forte attacco di insetti xilofagi.
L’intervento di manutenzione del fronte, che ha reso necessaria la costruzione di un ponteggio per la sua esecuzione, permetterà anche l’analisi dell’opera e la realizzazione di mappature puntuali sull’effettivo stato di conservazione della pala.
L’indagine sarà supportata dalle più recenti tecnologie della diagnostica per le opere d’arte, coordinate dal Laboratorio Scientifico della Soprintendenza veneziana, che completeranno e verificheranno le informazioni che sono state raccolte nell’ultimo restauro del 1974. Parte integrante dell’intervento e dell’analisi conservativa dell’Assunta sarà l’acquisizione di tutto il materiale, di studio, bibliografico, archivistico e d’indagine, eseguito sull’opera con particolare riferimento agli interventi di restauro del passato.(e.t.)
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