Cricca delle fatture, Pontarolo libero Moretti agli arresti
Marco Rossini torna libero perché ha parlato e ha ammesso le proprie responsabilità. Loretta Velo rimane agli arresti domiciliari perché non lo ha fatto. L’ordinanza del giudice Umberto Donà, resa esecutiva ieri, traccia destini opposti per i due industriali trevigiani Loretta Velo e Marco Rossini, rispettivamente amministratore delegato di Velo Group e di Cmr Industry, accusati di aver usato fatture false finalizzate a una frode fiscale da dieci milioni di euro. Una decisione, quella del gip, che manda su tutte le furie l’avvocato difensore di Loretta Velo, Stefania Bertoldi, che parla di «uso improprio della misura cautelare» e annuncia il ricorso al tribunale del riesame. Anche Maurizio Pontarolo, quarantacinquenne di Galliera Veneta, torna libero: per lui domiciliari revocati. Misura confermata, al contrario, per l’altro padovano: Marco Moretti, ritenuto dai Velo uomo chiave per spiegare la verità.
Marco Rossini, secondo il giudice trevigiano, ha ammesso la propria piena responsabilità in sede di interrogatorio di garanzia e si è dimesso dal proprio incarico di amministratore delegato, elementi considerati sufficienti per cancellare il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Elementi che invece non sussiterebbero nel caso di Loretta Velo. «Inaccettabile - dice l’avvocato della donna - che Rossini venga liberato perché ha parlato e ammesso, mentre la mia cliente no solo perché non ha ammesso colpe che non ha. Depositerò già domani (oggi, ndr) il ricorso al tribunale del riesame».
L’ordinanza di Donà ribalta in parte quella recente del gip di Bassano, Margherita Brunello, che aveva confermato la misura degli arresti domiciliari per Loretta Velo e Marco Rossini, ravvisando il pericolo di reiterazione del reato. Per Rossini il giudice bassanese aveva fatto riferimento alla sua reiterata condotta di utilizzo di documenti fasulli: in Velo prima, in Cmr poi. Per Loretta Velo, invece, il giudice aveva contestato il fatto che non è intervenuta alcuna dissociazione dalle operazioni funzionali a procurare vantaggi all'impresa di cui era ed è socia. Stessa linea adottata dal gip trevigiano, competente territorialmente dopo la trasmissione degli atti dalla procura bassanese a quella di via Verdi.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova