Crisi-choc alla Helios Technology
I sindacati: «Esposizione per 90 milioni, mancano i soldi per le materie prime»

IN CRISI La Helios Technology a Carmignano di Brenta
CARMIGNANO.
La crisi economica non guarda in faccia niente e nessuno: colpisce pure il settore che sembrava l'unico al sicuro, la
green economy
, e perfino la produzione di pannelli solari. Ora 200 famiglie hanno paura: altrettanti i posti di lavoro che sarebbero a rischio alla Helios Technology.
Una realtà aziendale che, nel proprio sito web, si descrive come «la più importante realtà italiana nella produzione di celle e moduli fotovoltaici, presente sul mercato mondiale da quasi trent'anni; dal 1981 i fattori chiave del successo, che hanno portato Helios Technology ad essere leader in Italia e all'estero, rientrano nel concetto di evoluzione ecologica che sta affermando con costante impegno». Un'azienda in salute, in grande forma. Ma dal mondo sindacale, ora, arriva l'allarme. C'è un timore, che alimenta paura, insicurezza: «Le linee vengono fatte funzionare a metà, mancano le materie prime perché non ci sono i soldi per comprarle». Qualcosa non va, secondo Andrea Bonato della Cisl, che ha fatto il punto con una rappresentanza dei dipendenti, Carlo Frison, Simona Moretto e Marina Paccagnella. Come si spiega la genesi di questa crisi? «Nel 2007 Pierangelo Masselli è diventato proprietario della Helios. Sono stati fatti investimenti interessanti, sotto il profilo del personale e della tecnologia. Nello stabilimento di Carmignano sono occupati attualmente 200 lavoratori, tra operai e impiegati, a cui si sommano 450 persone che lavorano nell'indotto. Ci sono due linee di produzione di cellule e pannelli fotovoltaici. Abbiamo linee che possono produrre 60 mega watt e invece vengono utilizzate per 35. La metà». Perché? Esisterebbe un problema di liquidità. «Non ci sono soldi per acquistare la materia prima». Alla Helios si lavora sette giorni su sette, 24 ore su 24, «ma l'azienda è bloccata - dicono preoccupati i lavoratori - In definitiva è solo una linea che funziona. La proprietà ci dice che non c'è liquidità per comperare la materia prima. Stiamo accumulando perdite su perdite. I nuovi impianti, ad alta tecnologia - puntualizza Bonato - hanno comportato un investimento di 60 milioni di euro che, in questi anni, non si è stati in grado di ripianare». La situazione di difficoltà sarebbe stata generata anche da una vertenza giudiziaria finita male: «A questo quadro preoccupante si aggiunge il fatto che la Helios ha perso un lodo di 30 milioni di dollari con la Ldk, azienda cinese fornitrice di silicio. L'esposizione finanziaria è di circa 90 milioni di euro - precisa - i lavoratori temono di non arrivare alla fine dell'anno». Resta il dilemma: «Come mai un'azienda con simili potenzialità, che tratta un prodotto fortissimo, che rappresenta il futuro ed è conosciuta in tutto il mondo si è ridotta così?»
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