Curtarolo, dipendente filmata in malattia: il Garante multa il Comune con 15 mila euro
Il Garante privacy sanziona il Comune di Curtarolo per uso illecito di video e controlli non autorizzati su una dipendente. Irregolare l’impiego delle telecamere e del video inviato alla sindaca da un collega

Dipendente comunale in malattia filmata da un collega e video inviato alla prima cittadina, un caso di presunto assenteismo si è trasformato in un costoso boomerang per l’amministrazione comunale di Curtarolo.
Il Garante della privacy ha inflitto una sanzione di 15 mila euro al Comune dell’Alta per «trattamento illecito dei dati personali» nei confronti di un’impiegata licenziata dopo essere stata ripresa dalle videocamere mentre era assente per malattia. La vicenda, conclusasi con il provvedimento del 23 ottobre scorso, evidenzia i limiti dell’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza per il controllo dei dipendenti. Il Comune potrà pagare “solo” 7.500 euro perché «ha facoltà di definire la controversia mediante pagamento, entro il termine di 30 giorni, di un importo pari alla metà della sanzione comminata».
La vicenda
L’Autorità ha rilevato molteplici violazioni della normativa privacy: l’utilizzo improprio delle telecamere installate sulla pubblica via, l’assenza di adeguata informativa agli interessati e la mancata valutazione d’impatto sulla protezione dei dati. Particolarmente grave è stata considerata la condotta del Comune che ha incaricato un dipendente di filmare la lavoratrice mentre pranzava al ristorante con due colleghe durante un periodo di malattia, sebbene al di fuori delle fasce di reperibilità obbligatoria.
Il video, trasmesso tramite WhatsApp al cellulare personale della sindaca Martina Rocchio e subito cancellato, è stato utilizzato nel procedimento disciplinare conclusosi con il licenziamento senza preavviso dell’impiegata.
Il Garante ha stabilito che tale comportamento ha violato il principio di «liceità, correttezza e trasparenza» e l’articolo 8 della legge 300/1970, che vieta «indagini su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell’attitudine professionale del lavoratore». Come sottolineato nella decisione, il controllo delle assenze per malattia può essere effettuato esclusivamente attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, mediante le visite fiscali.
Le sanzioni
La sanzione complessiva di 15 mila euro è stata suddivisa in 5 mila euro per le violazioni relative all’uso improprio delle telecamere di videosorveglianza e 10 mila euro per l’impiego di dispositivi video in ambito lavorativo a fini disciplinari. Il Garante ha inoltre disposto la pubblicazione dell’ordinanza sul proprio sito internet, considerata la gravità delle violazioni accertate.
«Ho sempre operato in buona fede
Rocchio si augura di mandare in archivio velocemente la vicenda: «Ho sempre operato nella buona fede, per il bene dei miei cittadini», spiega, «non mi sono sentita di girarmi dall’altra parte. Siamo di fronte a una questione estremamente delicata e spero davvero questo sia l’ultimo capitolo di una vicenda indubbiamente complicata».
Il caso rappresenta un importante precedente sui limiti del controllo datoriale e sull’equilibrio tra tutela della privacy e contrasto all’assenteismo nella pubblica amministrazione, evidenziando come anche comportamenti apparentemente legittimi possano configurare gravi violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali quando non rispettano le procedure previste dalla legge.
La decisione del Garante sottolinea inoltre l’importanza di rispettare le procedure corrette anche quando si sospettano comportamenti illeciti da parte dei dipendenti. Nel caso specifico, il Comune avrebbe potuto richiedere visite fiscali, come già avvenuto in passato, anziché ricorrere a forme di controllo non autorizzate. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








