Da frequentata trattoria alla crisi

POLVERARA. Per molti anni è stata la “trattoria” per eccellenza in paese. E ora il suo titolare Mario Piran, 72 anni, si trova dietro le sbarre per essersi ribellato violentemente alla chiusura del suo locale. Matrimoni, banchetti, feste di classe o di famiglia, ma anche cenoni di Natale e Capodanno, serate in musica. Ogni occasione era buona per andare “Da Mario” sia per la gente del posto che per chi arrivava dai dintorni. «In cucina c’erano delle cuoche veramente in gamba» ricordano alcuni clienti abituali «il menù era nel solco della tradizione e la qualità non mancava, con un occhio alla convenienza ovviamente. E’ stato il posto ideale per trascorrere tanti momenti in compagnia». Una ricetta che per un lungo periodo è stata il successo della “Trattoria Da Mario” nella stessa via Trieste dove a poche decine di metri di distanza ci si imbatteva in “Toni dea Simia”, altro locale che ha fatto la storia di Polverara. Prima la trattoria di “Toni” ha cambiato di proprietà, in seguito alla morte del titolare, per poi chiudere definitivamente qualche anno fa. Mario Piran, invece, ha continuato ad occuparsi del suo ristorante ma la crisi che ha investito anche parte del settore, e soprattutto le trattorie più “tradizionali”, insieme all’insorgere di alcuni problemi di carattere familiare ha via via fatto perdere l’antico smalto del locale. La proprietà e sempre rimasta in mano a Piran, 72 anni, residente nella vicina via Sabbioni, ma il personale che si occupava della cucina e della sala è cambiato più volte. L’anno scorso, poi, i problemi legati alle contestazioni dell’Usl dopo i sopralluoghi per la verifica delle norme di sicurezza e di carattere igenico - sanitario. Alcune irregolarità portano all’ordinanza con cui il 23 novembre il Comune sospende l’attività. In seguito scatta anche la denuncia il procura perché, nonostante le ammonizioni, il locale ha ripreso l’attività. Fino all’epilogo dell’altro ieri con l’arresto del titolare per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni volontarie.
Nicola Stievano
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