Da Hera arriva un altro tesoretto

Venduta per 23,5 milioni l’ultima tranche di azioni. Ma il Comune ci perde
Il Comune incassa 23,5 milioni di euro dalla terza tranche di vendita delle azioni Hera libere dal patto di sindacato e chiude la partita con un guadagno che in tre anni supera i 62 milioni di euro. È un’operazione fortemente voluta dall’amministrazione Bitonci che lascia a Padova solo il 3,09% delle quote della società che fatturava nel 2016 quasi 4,5 miliardi di euro.


Resa possibile dalla scelta dei soci di Hera di modificare lo statuto della società nell’aprile del 2015, la vendita era finalizzata a liberare risorse dei Comuni strozzati da un patto di stabilità che non permetteva loro di spendere quanto necessario per la gestione delle tante infrastrutture di cui una città ha bisogno. E il Comune già a maggio di quell’anno si era mosso autonomamente per cedere ai prezzi di mercato - allora intorno ai 2,3 euro per azione - circa 8 milioni di azioni della multiutility. In due mesi, la vendita si era conclusa con un guadagno pari a circa 19 milioni di euro. Dal 4,8% di quote e un numero di azioni pari ad oltre 71 milioni, il comune si ritrovò ad averne circa 63 milioni riducendo le sue quote al 4,23% circa. Anche nel 2016, con una vendita in blocco di altri 8 milioni di azioni, il Comune portava nelle sue casse poco meno di 20 milioni di euro e riduceva ulteriormente le quote sue quote in Hera al 3,66%. Ma il gruzzolo che Bitonci aveva messo da parte non era destinato a essere nella disponibilità dell’ex senatore di Cittadella che di là a 4 mesi circa si vedeva sfiduciato dal Consiglio Comunale dimissionario. E tuttavia un vasto piano di opere pubbliche che vedeva al centro la viabilità rinnovata dell’Arco di Giano, la riqualificazione del piazzale Boschetti e altro ancora necessitava del prosieguo della vendita che avrebbe lasciato la Comune solo le azioni bloccate dal patto di sindacato siglato dall’ente con gli altri soci di una multiutility che, nel frattempo, macinava utili, cresceva in fatturato e valore delle azioni e ragionava già di una prospettiva di incremento dei dividenti previsti per i soci. Dividendi che fino a quell’anno ancora erano definiti in 9 centesimi ad azione. Ed è stato il secondo commissario prefettizio De Biagi a firmare gli atti per l’ultima tranche di azioni Hera (8 milioni) vendute a 23,5 milioni di euro (con un valore unitario pari a poco meno di 3 euro). Ma proprio quest’anno Hera ha annunciato una crescita del dividendo unitario da 9 centesimi per azione a 9,5 per arrivare a 10 centesimi entro il 2019. In questo senso la cessione di oltre 24 milioni di euro di azioni, pure avendo permesso un incasso importante al Comune, vede una perdita secca annuale di quasi 2,4 milioni di euro annui di dividendi.
(r.s.)


Argomenti:hera

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova