«Da qui deve partire la riconciliazione»
CODEVIGO. «Ricordare significa anche scuotere le coscienze affinché non abbiano più a ripetersi tali fatti e non dimenticare quanti lutti e strascichi lascia una guerra anche a distanza di decenni». C’era anche il sindaco Annunzio Belan ieri mattina in cimitero alla commemorazione dell’eccidio di Codevigo da parte del Raggruppamento nazionale combattenti e reduci della Repubblica Sociale Continuità Ideale. Erano presenti quasi un centinaio di persone. Un momento di ricordo dei controversi fatti della primavera del 1945 quando da parte dei partigiani ci fu l’esecuzione sommaria di 136 tra militi della Guardia Nazionale Repubblicana, delle Brigate nere e civili. Il sindaco, invitato dai promotori, ha parlato all’inizio quando nel sacrario all’ingresso del camposanto, sono state deposte le ceneri di Rosa Melai, la passionaria di destra che negli anni Sessanta e Settanta tanto si spese per dare un nome a quei morti e perché fossero ricordati con una lapide in cimitero. “Mamma Rosa”, come la chiamano i suoi, ora potrà riposare tra i suoi figli: «I loro nomi devono essere scanditi in nome della pace. Avrei voluto» ha aggiunto il primo cittadino, «concludere il mio mandato con un segno di riconciliazione. È tempo di voltare pagina, coltivare sentimenti di pace e non di rancore, per consegnare ai nostri figli un futuro migliore. Abbiamo fatto intanto un passo avanti, ricominciando a ricordare il 25 aprile. Lo merita anche il territorio di Codevigo che quest’eccidio, non dimentichiamolo, l’ha subito senza certo volerlo». La mattinata è quindi proseguita con la messa celebrata da frate Franco Dantini e si è conclusa con il corteo dei camerati, dal cimitero al ponte sul Brenta da dove è stata lanciata una corona commemorativa.
Alessandro Cesarato
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