Dalla Crimea ad Abano Terme per il genocidio dimenticato

ABANO TERME. Minuta, gracile, costretta alla carrozzina da una malattia degenerativa. Eppure Giulia Giacchetti Boico ha una tempra d’acciaio. A Kerch, città della Crimea dove sopravvive una piccola...

ABANO TERME. Minuta, gracile, costretta alla carrozzina da una malattia degenerativa. Eppure Giulia Giacchetti Boico ha una tempra d’acciaio. A Kerch, città della Crimea dove sopravvive una piccola comunità italiana (discendente dei superstiti dei gulag staliniani), ha fondato l’associazione Cerkio per favorire la cultura italiana, lo studio della lingua e della storia, per ritrovare un’identità minacciata. Ieri è intervenuta a Villa Bassi di Abano per l’apertura della mostra dedicata al genocidio dimenticato degli italiani di Crimea (è aperta fino al 2 agosto). Era con il curatore della rassegna, il vicedirettore di Rai RadioUno Stefano Mensurati. In gennaio quando la mostra venne presentata a Venezia, Kerch era Ucraina, ora è in Russia. «Ciò che conta» ha detto Giulia Giacchetti «è che la cultura italiana non muoia».

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