«Dateci la gestione dell’ippodromo»

Corteo di lavoratori per le strade della città: vogliono la riapertura dell’impianto di Ponte di Brenta chiuso da 15 mesi
BARSOTTI - PROTESTA FANTINI
BARSOTTI - PROTESTA FANTINI

Dopo Milano, Roma e Napoli, anche tutti quelli che lavorano nel mondo dell’ippica del Veneto (in tutto 3.000 addetti presenti esclusivamente nelle tre province limitrofe di Padova, Treviso e Venezia), hanno organizzato, ieri mattina, in Prato della Valle, la prima manifestazione regionale della categoria sia contro il governo in carica sia contro le istituzioni locali, accusate di aver fatto ben poco sino ad oggi per la rinascita del settore dopo che, quindici mesi fa, è stato chiuso a tempo indeterminato l’ippodromo di Ponte di Brenta.

Cavalieri e cavalli hanno lasciato Le Padovanelle alle 9.45 e sono arrivati in Prato della Valle (dove si correva la corsa delle bighe già durante il Medioevo, n.d.r.) alle 10.15. In corteo dieci furgoni, addetti al trasporto degli animali da corsa, con almeno cento persone a bordo più tre cavalli premiati più volte. Tra i quali Onorevole, guidato dal palermitano Mario Greco e G.C. Light, oggi 10 anni. Presenti alla manifestazione anche i guidatori Remigio Talpo, vice-presidente nazionale di Anagt, Pasquale Esposito, Fabio e Matteo Scantamburlo ed Alessandro Fonte, alcuni fantini trevigiani ( quelli del galoppo) provenienti dal Sant’Artemio di Treviso, Raffaele Ruffato, presidente dei gentleman, il veneziano G.Marco Sarzetto, coordinatore nordest degli allevatori, con azienda a Musile di Piave e numerosi dipendenti della scuderia di Mauro Biasuzzi, delle sedi di Quarto d’Altino e di Mirano. Ai cavalieri in Prà hanno portato il saluto il consigliere comunale del Pd, Cristina Toso, il vicesindaco Ivo Rossi e il consigliere regionale Claudio Sinigaglia. Molto colorati, ma pur sempre drammatici, gli slogan scritti sui furgoni. «Siamo da otto mesi senza stipendio» oppure «Ministro Catania, killer dell’ippica» e ancora «Politici, lasciate stare le zoccole e pensate agli zoccoli dei cavalli». Bellissimo il disegno a colori portato in piazza da Cristian, alunno di prima media alla Briosco e figlio di un addetto dell’ippodromo Breda. « Salvate i cavalli e salvate le nostre famiglie». Gli interventi più significativi sono stati quelli di Talpo senior e dell’imprenditore Sarzetto.

«A livello nazionale, sotto il governo Monti,nel 2012, sono spariti circa cento milioni che erano stati destinati all’ippica ed, invece, sono stati stanziati, in extremis, ad altri settori della spesa pubblica», ha detto il guidatore padovano, «a Ponte di Brenta, dopo il crack della Fondazione Breda ed il ritiro dei Grassetto, da 15 mesi circa 70 addetti e 60 cavalli, tra cui Milagro Tand e Leale di Re, vivono senza luce ed in condizioni di precarietà. Se a tutt’oggi le condizioni generali e quelle igienico-sanitarie in particolare dell’ippodromo sono buone, dobbiamo ringraziare solo tutti quelli che, come me, si sono abbracciati la croce e stanno portando avanti una sorta soddisfacente di autogestione. A tale proposito non riusciamo a capire perché la Regione ed il nuovo commissario della Fondazione , Fabio Crea, dopo che noi lavoratori del Breda ci siamo costituiti in cooperativa , non ci possa affidare in gestione l’ippodromo sino alla vendita finale e debba, per forza, fare ricorso all’emanazione di un bando di gara, che sembra d’imminente divulgazione».

Felice Paduano

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