Davide, un anno da piccolo guerriero

VIGODARZERE. Davide ieri ha compiuto un anno e i suoi genitori sono al settimo cielo: alla sua nascita, il 4 maggio di un anno fa, non aveva tante possibilità di sopravvivere. Se è qui a battere le manine felice, assaggiando la sua prima torta di compleanno, si deve a una particolare tecnica cui è stato sottoposto, appena nato, all’ospedale San Bortolo di Vicenza: il baby-cooling.Consiste nel raffreddare la temperatura corporea del neonato per metterlo al riparo da eventuali danni cerebrali causati dalla mancanza di ossigeno.
Davide Andrei Bogatu abita a Vigodarzere, con mamma Gina e papà Nello e la sorellina più grande Roxy. Il piccolo guerriero, come lo chiamano le sue insegnanti all’asilo nido, sta bene, anche se il percorso di recupero sarà lungo e i medici lo tengono costantemente controllato e sottoposto a visite ed esami. «Davide ha sofferto di asfissia al momento del parto», racconta mamma Gina, «per il cordone ombelicale stretto attorno al collo che gli ha impedito di respirare. Le primissime ore di vita le ha passate intubato e non ho potuto vederlo né tenerlo in braccio». I medici dell’ospedale di Camposampiero, dove la donna si era recata a partorire, capiscono che la situazione è disperata e che solo un particolare, tempestivo intervento può salvare la vita al piccolo: l’ibernazione o ipotermia. L’ospedale più vicino in cui si pratica è il San Bortolo a Vicenza, dove Davide viene immediatamente ricoverato. I medici abbassano quindi la temperatura del corpicino fino a raggiungere 34 gradi e lo mantengono in questo stato di “ibernazione” per tre giorni, per dare il tempo alle cellule cerebrali di non degenerare riportando danni irreparabili. Tre giorni dopo, quando lo riportano alla temperatura normale, genitori e medici possono tirare un sospiro di sollievo: Davide reagisce bene e i suoi parametri si possono ritenere nella norma.
«Devo ringraziare infinitamente i medici», continua la mamma, «perché sono stati professionali, ma soprattutto tanto umani e ci hanno messo il cuore nel tentare di salvare mio figlio. Ho dovuto attendere dieci giorni, ma alla fine ho potuto stringere Davide tra le braccia e riportarlo a casa. È un bambolotto fortissimo, che ormai pesa dieci chili e che reagisce e supera le difficoltà. Siamo costantemente seguiti per esami e visite di controllo, ma tutto sommato il giorno del suo primo compleanno mi sono commossa nel sentire che si svegliava proprio alle 6, l’ora in cui è nato, e a pensare che era qui con noi. Il giorno prima avevamo festeggiato con parenti e amici e la sua madrina, per il tradizionale primo taglio di capelli. Un anno fa, appena nato, potevamo solo pregare». Dopo una gravidanza regolare e serena, i coniugi Bogatu mai si sarebbero immaginati che sarebbe successo tutto questo al momento del parto. «Comunque adesso il nostro bambino fa progressi quotidiani, come tutti i bimbi della sua età», conclude la madre «Una realtà per cui dobbiamo essere grati ai medici».
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