Decide di farla finita dopo la morte del socio

VILLAFRANCA. Si è impiccato dentro la sua azienda, la “Doppia T” arredi in via Volta a Taggì. L’hanno trovato i famigliari ieri alle quattro di pomeriggio: la disperazione di tirarlo giù, l’orrore di trovarsi tra le braccia il corpo di quell’uomo, marito e papà, senza più vita. Graziano Toffanin, 57 anni, abitava a Rubano in via Cavour 48.
Non l’imprenditore travolto dai debiti, non l’azienda del Nordest un tempo florida e ora schiacciata dalla crisi. Niente di tutto questo. Invece la storia di un’amicizia, di un legame umano e di lavoro così forte da non poterne fare a meno: il legame con il suo socio, che era più di un fratello. Si conobbero a nove anni e non si lasciarono più: vite parallele e al tempo stesso intrecciate. Perfino sposarono entrambi due donne sudamericane che li resero padri.
Poi, tre mesi fa, un infarto si porta via Loris Traverso, il socio appunto, l’amico. Una perdita incolmabile per Graziano che non riesce a farsene una ragione, a trovare l’energia per andare avanti nonostante la vicinanza della moglie e del figlio diciottenne. E andare avanti avrebbe significato prendere in mano le redini dell’azienda che con Loris aveva fondato nel 1981, la “Doppia T”, T come l’iniziale dei loro cognomi, una ditta di arredamento e mobili per ufficio. Due dipendenti, dopo qualche momento di stanca per la crisi, la “Doppia T” stava rinascendo. Nuove commesse, affari con il mercato arabo, le cose andavano bene. La posizione dei due soci era solida: uomini con i piedi per terra, mai avevano voluto contrarre un debito e avevano quasi finito di pagare le rate del capannone. Poi, tre mesi fa, la morte di Loris. Che, pur apparendo alla mano, magari marginale rispetto a Graziano, era invece l’esatto contrario. Era Loris il creativo, quello che ricercava nuove soluzioni, trovava i contatti. Senza di lui, Graziano è sprofondato.
Confuso, con le lacrime sempre pronte, aveva addirittura telefonato a una cliente dicendole di aver perso il divano che lei gli aveva portato a sistemare, e poi era scoppiato in lacrime. Non importa Graziano, risolveremo e sennò pazienza, non preoccuparti, pensa a riprenderti, ti vogliamo bene. Non ce la faccio, ripeteva, non ce la faccio ad andare avanti. E ieri ha scritto il suo addio con una corda.
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