Diamanti, quotazioni gonfiate: almeno quaranta le vittime padovane

Hanno seguito i suggerimenti di cinque banche e investito dai 15 ai 70 mila euro

PADOVA. Sono una quarantina i padovani vittime della truffa dei diamanti che si sono rivolti al Movimento Difesa del cittadino. Hanno investito tra i 15 mila e i 70 mila euro sui preziosi suggeriti dalle cinque banche in causa (Bpm, Unicredit, Intesa San Paolo, Mps e Banca Aletti), le cui quotazioni erano gonfiate artificiosamente.

Si sono rivolti al movimento già nel 2017. E a settembre dello stesso anno sono scattate le prime denunce collettive. «Tali istituti bancari hanno permesso la realizzazione della pratica fraudolenta attraverso la messa a disposizione delle sedi, permettendo l’attuarsi della condotta scorretta, traendone un interesse economico e commerciale che ne qualifica il coinvolgimento e la responsabilità nell’attività di vendita dei diamanti», spiega Matteo Moschini del Movimento Difesa del cittadino del Veneto.

«Le tante denunce depositate presso le procure venete e presso quella di Milano hanno dato i loro frutti. Nella nostra regione, Padova è la città con il maggior numero di persone coinvolte». Il movimento inizialmente aveva fatto alcuni reclami sia alle società venditrici di diamanti, la IDB (Intermarket Diamond Business) e la DPI (Diamond Private Investment) che alle banche, entrambe però sostenevano di aver operato in maniera corretta.

Adesso invece da qualche mese con le banche si sono chiuse le prime transazioni in cui le persone coinvolte hanno avuto indietro il 100 per centodel valore dei diamanti. «Sono stati risarciti quasi tutti quelli che si erano rivolti a Mps e Unicredit, un po’ meno per quanto riguarda Intesa e Bpm. Una ventina di padovani aspettano ancora di essere risarciti», puntualizza Moschini.

«Importante poi è per chi ha comprato dalla società di diamanti IDB, fallita il mese scorso, fare domanda al passivo del fallimento della società entro l’8 marzo». Il Movimento Difesa del Cittadino invita infine tutti i cittadini cui sono stati rifilati i diamanti a rivolgersi alle loro sedi. «Provvederemo a denunciare i responsabili della truffa e ci costituiremo parte civile nel processo penale».

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