Dieci albergatori lasciano il Consorzio

ABANO TERME. È una diaspora dalle conseguenze inimmaginabili quella che ha interessato quest’anno il Consorzio Terme Euganee e l’Assoalbergatori. A guidare la fronda di una decina di albergatori dal Consorzio e dall’Associazione c’è l’ex presidente dell’Assoalbergatori Massimo Sabbion. «Siamo una decina di colleghi, abbiamo sottoscritto un documento comune per uscire dal Consorzio Terme Euganee ancora a maggio», svela Sabbion, titolare del President di Abano, «mentre per quanto riguarda le dimissioni dall’Assoalbergatori, ognuno ha provveduto singolarmente. Oltre al President sono usciti dal Consorzio e dall’Associazione, i cinque hotel di lusso del Gruppo Borile, il Grand Hotel Montegrotto, l’Antoniano, il Continental, l’Atlantic, l’Olympia. Autonomamente hanno invece agito il Garden e il Salus, quest’ultimo uscito solo dal Consorzio. E altri sono pronti a seguire l’esempio».
La motivazione della fronda è semplice. «Resteremo fuori sia dal Consorzio, che dall’Associazione fino a quando ci saranno due consorzi e due associazioni», spiega Sabbion. «Finchè non ci siederemo attorno a un tavolo e troveremo un punto comune per formare un unico consorzio e un’unica associazione noi faremo ognuno per conto nostro, senza, va precisato, formare un altro gruppo. C’è bisogno in questo momento di fare distretto, di fare “destinazione”. Come hanno saputo fare in Alto Adige, al Lago di Garda e nella Riviera Romagnola. Solo così si può sopravvivere e accedere ai fondi per i grandi progetti. L’acqua e il fango sono il punto di partenza, ma al cliente bisogna saper offrire più cose, come benessere, salute, cultura e sport. Se non si diversifica il prodotto le terme rischiano di morire. Se il 20-30% di quello che spende ogni singola azienda venisse immesso in un una cassa comune per un grande progetto le cose cambierebbero. Abbiamo detto queste cose per un anno e non siamo stati ascoltati, quindi abbiamo deciso di uscire di scena». A Sabbion fa eco Adriano Legnaro del Grand Hotel di Montegrotto. «Non c’è coesione nel Consorzio e in Associazione e non c’è la volontà di fare scelte nuove», dice Legnaro. «La divisione in due non ha senso». È decisa anche Marilena Bernardi dell’Hotel Continental di Montegrotto. «È necessaria una voce comune, forte», spiega. «Consorzio e Associazione dovrebbero essere strutturati in modo diverso e avere tutti gli albergatori al loro interno. L’obiettivo deve essere unico». «Il paese è unico e il prodotto è uguale per tutti», aggiunge Matteo Carraro dell’Hotel Atlantic di Montegrotto, altro hotel non più aderente al Consorzio Terme Euganee e all’Assoalbergatori. «Bisogna agire tutti sotto un’unica bandiera, andando uniti e compatti».
Ha lasciato il Consorzio Terme Euganee anche Elvio Turlon, titolare dell’Hotel Salus di Abano. «A parte che non condividevo la candidatura del presidente Stoppato alle regionali, devo ammettere che non mi sentivo più rappresentato dal Consorzio», osserva. «C’è un malcontento generale. Sono stati spesi soldi per nulla. Sono stati portati avanti dei progetti che non fanno la differenza, come quello con la Cina. Il cliente cinese non è fidelizzabile. Il progetto di brand unico di Engel è invece rimasto nel cassetto. Ci è costato 300.000 euro per sentirci dire bene o male cose che sapevamo. Bisogno riunirsi e affrontare i mercati tradizionali per noi: Austria, Germania, Francia, Svizzera e Belgio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova